Rassegna storica del Risorgimento

ANGELONI LUIGI
anno <1977>   pagina <21>
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Ir Angeloni tra liberalismo e democrazia 21
la coscienza della libertà attraverso l'ammaestramento civile. Il discorso sulle minoranze rivoluzionarie riporta in primo piano il valore morale della lotta per la libertà. Esse, riconoscendo nel bene sociale un ordine di natura, giustificano la loro azione sulle esigenze di tutti. L'Angeloni considera queste minoranze, ai cui ideali egli partecipa, solo come gruppi intellettuali: sono i pochi eie hanno riconosciuto in mezzo all'ignoranza generale, su cui si reggono i regimi auto­ritari, l'ordinamento politico rispondente agli interessi generali del popolo. Esse hanno la funzione di mettere in moto la dialettica delle forze naturali; l'esito della loro opera rivoluzionaria dipende dalla loro capacità di esprimere le esi­genze politiche popolari. Donde la necessità della propaganda rivoluzionaria e del consenso delle masse per l'attuazione dei programmi democratici.
Con le idee sulla natura delle minoranze rivoluzionarie l'Angeloni intro­duce nel suo naturalismo il pieno riconoscimento del valore della volontà e del­l'azione dell'uomo. Ma, contro possibili interpretazioni soggettive o roman­tiche del rivoluzionarismo del primo ottocento, mette in piena evidenza la neces­sità di uno stretto rapporto tra rivoluzione e leggi di natura. La società, infatti, sarà tanto più democratica, quanto più rispondente all'ordine della forza na­turale. L'allontanamento dalla natura costituisce la barbarie dei regimi assoluti, il progressivo ritorno ad essa costituisce il cammino della civiltà. Questo ri­torno è segnato, per l'Angeloni, dalle teorie naturalistiche e libertarie dell'illu­minismo. E la sua concezione del rapporto tra natura e storia è uno sviluppo di quella filosofia. La storia, infatti, nel realizzare valori positivi o civili deve basarsi sulla legge naturale del contrasto delle forze. Essa sarà una storia della natura, alla cui formulazione l'Angeloni tende anche col riconoscimento di una provvidenza immanente ed oggettiva alla natura stessa.6"
BRUNO DI SABANTONIO
M) L. ANCELOW, Della Fona cit.. voi, li, pj>. 145 sgg. m Ivi, voi. II, pp. 136 sgg.