Rassegna storica del Risorgimento
BELLAZZI FEDERICO LETTERE; CARTEGGI (GARIBALDI-KELLER); GARIBAL
anno
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1977
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pagina
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24
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LETTERE DI GARIBALDI AL TEDESCO KELLER
Le sedici lettere di Giuseppe Garibaldi, quella di Menotti e l'altra di Federico Bellazzi, che presentiamo provengono da un lascito ereditato dalla dott. In-getraut Jahii, medico a Korbach. Esse documentano l'amicizia dell'antesignano italiano della libertà con il bisavolo protestante della signora Jalm, Cari Keller (1831-1915), che fino al 1867 risiedette prevalentemente a Brescia. Ivi egli si dedicò al commercio, divenne consigliere comunale, amministrò, a quanto pare, anche la centrale del gas e sembra che sia stato particolarmente esperto nel commercio della birra, che spesso è l'oggetto principale del carteggio. La prima lettera di Garibaldi risale al settembre 1867 ed è indirizzata ad Augusta, città natale del Keller e, allora, sua residenza. Ben poco sappiamo della sua vita, se si eccettua il fatto curioso che egli diede alla propria figlia, nata a Brescia nel 1864, il nome di Anita.
Dalla copia, in italiano incerto di una lettera scrìtta da Augusta e indirizzata il 4 novembre 1902 a Giuseppe Zanardelli, che certamente aveva conosciuto a Brescia, risulta evidente la loro relazione. Vi è detto fra l'altro: Quando ti mandai il telegrammo per la decorazione dell'Aquila Bianca da parte dell'imperatore Guglielmo H non lo feci solamente per gratular per l'onoranza, ma mi ricordai d'un brindisi, che io feci nell'anno 1867 in occasione d'un pranzo, che abbiamo avuto all'albergo Italia in Brescia dopo il meeting per l'abolizione della pena di morte al teatro Guillaume, quando alla fine del mio modesto discorso io dissi : " beviamo all'alleanza d'una Italia unita con una Germania unita! ". Mi ricordai della spontanea impressione, che avevano il defunto Cairoli e gli altri amici e come mi stringevano la mano. È venuto come prediceva e non al danno dei due paesi. Mi ricordai dell'anno 1864, quando in casa mia era la deliberazione per la sommossa del Friuli. Mi ricordai dell'amicizia del nostro Garibaldi, che egli mi esprimeva nelle sue lettere fino alla sua morte.
Ecco la causa del mio telegramma, conoscendo la parte, che tu avesti in questi eveni menti.
Abbiamo una Germania unita, ma ci manca l'unità, perché la forza del clero (il centrum) cerca di distruggere quel che si edificava... Se avessi saputo che tu eri.in tua villa a Maderno, sarei venuto per stringerti forse per l'ultima volta in questa vita la mano e passar un'oretta con te, per ricordarci dei tempi passati e degli amici defunti... .
A questa lettera lo Zanardelli, allora presidente del Consiglio, rispose da Roma subito, il 9 novembre; Mi sono carissime le memorie che nella tua lettera mi ridesti, memorie precorritrici di fatti così solenni per le nostre nazioni. E mi è caro vedere come il tuo cuore batte sempre degli stessi sentimenti così patriottici e insieme così italiani. Ma non credete che qui i preti siano quali tu li supponi... . Segue un excursus in cui sono sottolineati i sentimenti antinazionali che allora esistevano anche fra i preti italiani (soprattutto giovani), contrariamente a quel che era avvenuto dopo il 1846.
Nel carteggio v'è anche una lettera autografa di Benedetto Cairoli al Keller del 18 luglio (senza indicazione dell'anno, ma certamente 1866, da Firenze), che,