Rassegna storica del Risorgimento
BELLAZZI FEDERICO LETTERE; CARTEGGI (GARIBALDI-KELLER); GARIBAL
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1977
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pagina
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25
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Lettere di Garibaldi
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però, è difficile da decifrare. Dopo essersi lamentato dei ritardi della posta, dovuti all'occupazione militare, prosegue: Mi fu quindi ritardata la consegna della cara lettera Sua, e del prezioso dono: tale per me la di Lei fotografia. Mando la mia con un cordialissimo augurio a Lei ed alla Germania, oggi antesignana di libertà, e intima alleata d'Italia... .
Tutto concorre, insomma, a dimostrare che Karl Keller era un ammiratore del Risorgimento italiano e al tempo stesso fautore dell'unità tedesca ed avversario deH'ultramontanismo. V'è una lettera autografa di Bismarck del 5 aprile 1892 in cui ringrazia per auguri inviatigli dal Keller, che a quel tempo viveva di rendita ad Augusta.
Con Garibaldi, Keller era unito da un'amicizia piuttosto stretta, come dimostrano le lettere degli anni 1862-1879. Scrivendo al Keller, Garibaldi esprime la propria simpatia per gli sforzi di unificazione tedeschi, ciò che, però, nel 1870-71, non impedi a questo spirito avventuroso di mettere a disposizione dei Francesi un corpo di volontari per la guerra nei Vosgi. Bismarck disse in quella occasione: Vorrei avere tra le mani questo Garibaldi: lo farei marciare per le strade di Berlino con un cartello con la scritta: "Questa è la gratitudine dell'Italia! " .
Ma nonostante ciò, nel 1873 Garibaldi rivolse al Bismarck la proposta di convocare (a Ginevra) un tribunale arbitrale mondiale.
Nelle relazioni amichevoli del Keller con taluni uomini politici italiani risuona ripetutamente la speranza di una lega italo-tedesca che avrebbe dovuto coronare gli sforzi per l'unificazione di entrambe le nazioni. Anche se il motivo delle lettere che pubblichiamo il dono di botti di birra, una bevanda tanto apprezzata da Garibaldi appare di poco momento, troviamo accanto a un tono di familiare cordialità, anche qualche accenno sulla situazione politica.
Resta difficile da stabilire come sia finita nelle carte del Keller la lettera autografa del 10 febbraio 1861 a Giambattista Camozzi, mentre è naturale che ci si sia serviti di Oreste Bronzetti come tramite della corrispondenza.
Le lettere sono di mano di segretari, con sola firma autografa, ad eccezione di quella già citata al Camozzi e le altre del 29 maggio e 28 luglio 1877. Anche la lettera di Menotti a Bronzetti è tutta autografa.
Non è sempre stato facile decifrarle. In due casi mi ha dato un aiuto prezioso la direttrice dell'Eurocentro di Firenze, dott. Giulia Mastrelli-Anzillotti. Pubblico le lettere in ordine cronologico.
Korbach.
ALFRED EHRENTREICH