Rassegna storica del Risorgimento
ROSA GABRIELE
anno
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1977
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Le autonomie locali e Gabriele Rosa
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per farle esercitare esclusivamente per atto della costituente.2" Così facendo, essa ha dato una risposta che formalmente può anche essere ineccepibile. Resta il fatto, però, che non si vede come una proposta tanto radicale, come quella di Mazzini, avrebbe potuto essere attuata se non dall'alto, con una modalità che oggi è chiamata illuministica. Ne è riprova il fatto che uno storico, certo non sospetto di pregiudiziali antimazziniane, come Giuseppe Galasso, ha definito quel disegno un po' geometrico e anche un po' giacobineggiante .2)
E inutile annotare di nuovo che Carlo Cattaneo si sarebbe posto agli antipodi di un metodo simile. Ciò che ora preme mettere in luce è che egli si trovava agli antipodi anche sotto il profilo del contenuto, giacché non solo non accettò l'aggregazione forzata dei piccoli Comuni, ma difese addirittura l'ordinamento austriaco dichiarando di preferirlo a quello piemontese proprio per la sua articolazione in Comuni di infima dimensione.23'
Il testo, cui Carlo Cattaneo ha affidato tale problema, è rappresentato dalle quattro lettere pubblicate nel giugno-luglio 1864 sul giornale II Diritto, che, in seguito, sono state riprodotte in ogni antologia cattaneana. Le lettere, che scrisse mentre era in corso il dibattito sulla riforma della legge comunale e provinciale conclusosi poi con una legge, quella del 1865, che in sostanza suonava a conferma della legge Rattazzi del 1859, hanno uno scopo deliberatamente polemico. Se esaltano, come esaltano, l'ordinamento comunale austriaco, lo fanno in funzione di una modifica dell'ordinamento comunale italiano, che al Cattaneo appare inferiore per diversi profili: fra essi, oltre all'ingerenza statale già richiamata nella nomina del sindaco, emergono, da un lato, la sussistenza o meno del diritto di voto a parità di censo, secondo il numero degli abitanti del Comune, e più in generale la mancanza del suffragio universale,24' e, dall'altro, appunto lo sfavore di trattamento della legislazione unitaria nei confronti dei piccoli Comuni.
Sul primo aspetto, cioè sull'autogoverno e sul suffragio universale, cui il Cattaneo dedica la maggior parte della prima lettera, non occorre soffermarsi sia perché l'analisi è stata già compiuta, sia soprattutto perché, come si è visto, si tratta di un punto fermo anche per il Mazzini. Si può notare che anche in proposito il Rosa sembra seguire più il primo che il secondo, in quanto, per dire che nelle vicinie medievali dovea esser voto universale, come nei convocati lombardi, cita la riforma teresiana del 30 dicembre 1755 e la notificazione del 12 aprile 1816,25) che ne ripristinò l'ordinamento nel Lombardo-Veneto
21) L. CECCHINI, op. e ti., p. 30.
22) Cfr. il dibattito pubblicato su il Mondo del 24 maggio 1970.
23> Anche nel Lombardo-Veneto, però, si cercò di ridurre e si ridusse il numero dei Comuni. Cfr. E. ROTF.LLI, Gli ordinamenti locali cit.
24) Per quanto concerne l'ordinamento comunale del Lombardo-Veneto o, per essere più precisi, l'ordinamento comunale di Maria Teresa (1755), di cui quello del Lombardo-Veneto costituiva il ripristino, il Cattaneo vedeva il suffragio universale nella circostanza che tutti coloro che erano soggetti alla tassa personale (testatico) partecipavano alla elezione di un loro * deputato ' nella * deputazione ' comunale.
G. ROSA, / Comuni. Studii, Milano, 1869, p. 30. Nello stesso saggio un'altra citazione della <t riforma teresiana, che ce fece, secondo le tradizioni germaniche, larga parte al censo siccome quello che ha interesse massimo all'amministrazione , è a p. 44. di nuovo tornerà sull'argomento in La legge cit., p. 8, per dire che a hanno diritto e dovere di concorrere al governo del Comune non solo i censiti per ricchezza stabile e mobile, ma anche qualunque produce col lavoro della mente e del corpo e consuma oggetti tassali dal Comune .