Rassegna storica del Risorgimento

TADDEI EMANUELE
anno <1914>   pagina <52>
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M. MazsnotU
Il De Nicola nel suo Diario Napoletano, nel riferire gli avvenir menti giornalieri, dice più volte: Io non mi intrigo di politica , e considera coloro, che se ne occupavano, ad dirittura come intriganti volgari. Lo Spaventa nella sua commemorazione di Giuseppe Massari dipinge la società napoletana di quell'epoca con queste scultorie parole : L'impressione più comune era che il governo in sé stesso fosse una potenza nemica da cui è attendersi ogni male : e secondo l'indole, l'educazione, le tradizioni di famiglia e i casi, ohi si avanzava nella vita era disposto (ed erano i più) a propiziarselo con ogni forma di servitù e di ipocrisia, chi a tenersene al possibile lon­tano come da essere, con cui non è pene aver che lare, chi a com­batterlo (ed erano i pochissimi), e non potendo in modo aperto e civile con nuove sette e congiure . Il Taddei apparteneva al mag­gior numero e fu di quei moltissimi opportunisti che divennero, a secondo dei rivolgimenti del regno, giacobini, murattisti, costitu­zionali, assolutisti : e tra costoro non mancarono uomini di grande ingégno e dottrina. Se i suoi bruschi mutamenti di idee ci sono palesi, è perchè la sorte destinò lui, carattere debole, amante dei comodi e del lieto vivere a l'ufficio di giornalista e di scrit­tore di elogi di uomini potenti. D'altra x>arte, in quell'epoca un'opi­nione politica poco ortodossa poteva condurre all'esilio, alla ga­lera e perfino alla morte 1 Le generazioni, venute su dopo il risor­gimento, che hanno dato così folta schiera di grandi ogporteintsU nella politica e nel giornalismo, non hanno il dritto di scagliare pietre contro un uomo, che, pur eccellendo per mente e per dottrina, si assomigliò in massima parte al maggior numero degli uomini del suo tempo.
M, MAZZIOTTI.