Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1977>   pagina <64>
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Libri e periodici
della marina militare sarda e per la sua presenza, sia attraverso navi isolate sia attraverso stabili e stazioni navali , nei mari transatlantici particolarmente nei porti di Rio de Janeiro, Montevideo, Buenos Aires. I comandanti delle navi da guerra che si alternarono in quei paesi, fra cui cito il Mameli, il Persano, l'Olzati, il Villarey, il D'Auvare furono, fra il 1834 ed il 1906, gli interpreti in quei Paesi della disciplina e virtù militari e tecniche di un Paese di alte tradizioni nautiche espresse dalla gente ligure che costituiva la parte più rag­guardevole delle collettività di origine italiana ma furono, nel contempo, gli acuti osserva­tori di una realtà sociale e politica che è espressa attraverso i rapporti all'Ammiragliato in Genova ed al Governo di Torino, che assumono grande importanza, assieme ai dispacci dei rappresentanti ufficiali, per la storia di quei paesi e la vita delle collettività residenti.
Questo fondo documentario che arricchisce quelli sulla marina sarda raccolti nell'Ar­chivio di Stato di Genova ha una sua opportuna integrazione nei Fondo <c Ministero della marina presso l'Archivio Centrale dello Stato di Roma particolarmente importante per il primo periodo post-unitario (1861-1876).
La nostra scheda informativa dovrebbe concludersi con Pesame del Fondo e Carte Cuneo presso la Biblioteca dell'Accademia Nazionale dei Lincei, ma questo fondo che rac­coglie parte delle carte e documenti raccolti dal patriota G. B. Cuneo (Oneglia 1809-Firenze 1875) è di tale importanza per la delineazione di uomini e idee che partecipano e si mani­festano nella vita e nell'opera delle collettività italiane dei tre Paesi atlantici (Brasile, Ar­gentina e Uruguay) in cui il Cuneo operò fra il 1835 e il 1860, che ci vorrebbero molte pagine per potere fornire una esauriente notizia. Per cui preferiamo rimandarne Tesarne ad altra occasione.
Concludiamo questa nota sulla partecipazione italiana ad una iniziativa culturale inter­nazionale esprimendo voti perché il Ministero per i beni culturali ed ambientali voglia for­nire al curatore dell'opera Elio Lodolini, cui va un doveroso riconoscimento per la razio­nalità e scientificità della ricerca, i mezzi più opportuni perché il secondo volume del­l'opera non si faccia attendere quanto il primo; questo volume completerà il quadro di un dialogo intensissimo svoltosi fra i paesi latinoamericani e quelli italiani, fin dai tempi delle scoperte, e del vivace interesse con cui l'Italia rivolse la sua attenzione a quel sub-continente espresso attraverso le molteplici voci e materie cui ci siamo riferiti in queste pagine.
SALVATORE CANDIDO
ALDO MONTI, II movimento riformatore e le campagne italiane nel Settecento; Firenze, La Nuova Italia, 1976, in 16, pp. 141. L. 1.600.
L'A. ha raccolto testi di riformatori italiani e brani di storici contemporanei, aventi per tema, gli uni e gli altri, la questione agraria nel Settecento e li ha suddivìsi in due se­zioni. Ai passi del Genovesi, del Vasco, del Beccaria, del Verri, del Paoletti, del Galanti, del Filangieri, del Corona ecc.... seguono pertanto le considerazioni del Villani, del Sereni, del Diaz, del Villari e dello Zangheri. Tutti rappresentanti, questi ultimi, della storiografia di ispirazione gramsciana, che ha a riproposto i temi della rivoluzione e della riforma agra­ria come nervatura interpretativa fondamentale per lo studio dello sviluppo capitalistico, dal *700 in poi (p. 19).
Nel capitolo introduttivo, il Monti, dopo una valutazione complessiva delle proposte degli economisti riformatori presi in esame, ha avviato un'analisi di meriti e limiti della scuola gramsciana, sollecitando al suo interno nuove ricerche ed approfondimenti, che le permettano di attingere a la dimensione analitica della questione agraria, cioè dei complessi rapporti che intercorrono fra l'agricoltura e lo sviluppo del capitalismo (p. 20) e di supe­rare in tal modo ce le secche in cui si arenò [...] alla fine degli anni '50 dopo l'attacco della storiografìa liberale induatrialista (p. 23).
Di per sé, il volumetto offre, tutto di seguito e quindi facilmente adoperabile soprat-