Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1977>   pagina <72>
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Libri e periodici
quali viene auspicata l"1 unione alla Svizzera. Compare la fiducia nel principio del non in­tervento, grande illusione del 1830, la cui brutale concussione doveva rendere superato l'opuscolo.
FLORIANO BOCCINI
LUCIANO RUSSI, Pisacane e la rivoluzione fallita, con Guerra combattuta in Italia negli anni 1848-49 di CABLO PISACANE; Milano, Jaca Book, 1976, in 8, pp. 374. L. 5.000.
Questo volume è il frutto della giustapposizione di una interpretazione della pisaca-niana Guerra combattuta in Italia interpretazione edita nel '72 e a suo tempo recensita da Francesca Moro sulla -Rassegna alla ristampa, senza apparato critico, dello stesso saggio di Pisacane. Nascendo sotto forma di riflessione sul valore, sul significato e sull'attualità del testo del rivoluzionario napoletano, la rilettura onerata con appassionato fervore da Russi era in realtà inseparabile dal saggio da lui preso in esame e della cui pubblicazione avrebbe dovuto costituire, secondo un progetto non andato in porto per ragioni di natura economica, l'introduzione critica. Quel che non era stato possibile fare nel '72 lo si è comunque otte­nuto a quattro anni di distanza allorché un aumento del prezzo di copertina ha consentito di superare tutti gli ostacoli.
Cosa dire di più. a questo punto? A parte il prezzo, la veste editoriale e il titolo della collana Le transizioni socialiste e libertarie nel '72, un fantasioso Di fronte e attra­verso nel '76 , molto poco è cambiato. È sparita, e non mi pare che ci sia di che restare costernati, una verbosa ed irritante introduzione di un certo Rocco Butti glione; l'indice dei nomi, pur restando tale, cioè alquanto approssimativo, è stato chissà perché nobili­tato in Indice analitico; nell'Appendice, infine, è stato fatto posto al Testamento politico di Pisacane: quanto al resto, se si escludono la revisione stilistica e il qualche aggiorna­mento cui accenna Russi nella sua Prefazione, tutto come prima. E cosi sono rimaste alcune piccole sviste, come un armistizio Salasco anticipato al 4 agosto (p. 43), un Lamneais per Lamennais (p. 82 e p. 370), un Cerroli per Cerroti (p. 99 e p. 368). Ciò per la forma; quanto alla sostanza, che più conta, alcune cose che non ci convinsero nel '72 ancor meno ci convincono adesso, a cominciare dall'insistenza dell'Autore dell'introduzione su un non meglio identificato programma garibaldino in contrapposizione a quello pisacaniano. Im­mutate anche l'incomprensione totale delle tesi mazziniane e, peggio ancora, la pretesa di intendere compiutamente l'opera (e l'azione) del pensatore forse più originale e più sugge­stivo del Risorgimento valutandola non nell'arco di tutta la sua produzione pubblicistica ma nei limiti di un solo testo e di un momento storico, come quello immediatamente successivo ai fallimenti del biennio rivoluzionario, destinato ad essere superato da Pisacane nella pro­spettiva di un indifferibile ritorno alla lotta attiva. Per finire, anche il linguaggio, molto ò la page quattro anni fa, non subendo l'adeguata opera di restauro, rischia di apparire un po' invecchiato in tempi di spietata contestazione al sinistrese .
Tutto sommato le cose più interessanti di questa riedizione le troviamo nelle paginette poste in apertura a presentazione del volume: vi spira un'atmosfera vagamente beckettiana. con Russi che, da una parte, evoca il fantasma del clima post-sessantottesco un '68 Ietto in chiave sempre più mitica e feticistica ed esprime riserve su di una certa... fisionomia e nei riguardi di alcune... scelte culturali della Casa editrice; e con l'editore, dall'altra, che, pur rispettoso dell'autonomia di giudizio del giovane intellettuale (Russi, per l'appunto), di fronte al mancato arrivo di una presentazione puramente scientifica del testo non può fare a meno di considerare l'Autore più preoccupato oc di esporre i suoi amori e i suoi tremori di fronte ai vecchi amici della Jaca Book che di presentare il nuovo (sic) lavoro . L'elegante schermaglia risulterebbe incomprensibile se non si tenessero presenti i rapporti di stretta parentela che intercorrono tra Jaca Book e il movimento cattolico inte­gralista di Comunione e liberazione, rapporti che il Russi del '76 giudica compromettenti, ma che, ad onore del vero, erano già noti nel '72.
GIUSEPPE MONSACRATI