Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1977>   pagina <73>
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Libri e periodici
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ROMANO PAOLO COPPINI, L'opera politica di Cambray-Digny, sindaco di Firenze capitale e ministro delle finanze: Roma, Ed. Storia e Letteratura, 1975, in 8, pp. 442. L. 20.000.
Questo volume di Coppini, dedicato all'agrario e finanziere toscano conte Luigi Gu­glielmo Cambray-Digny, in un periodo particolarmente significativo della sua lunga atti­vità, è senz'altro uno dei migliori contributi della recente storiografia sull'età della Destra storica. Di fresca e originale impostazione, ampiamente documentato su vari archivi, atti parlamentari, carteggi, giornali, pubblicistica economico-finanziaria e politica, ecc., con un'ot­tima organizzazione della materia e felicemente risolto sul piano narrativo, esso abbraccia circa un decennio, e in maniera più specifica gli anni 1865-69, quando Cambray-Digny, sindaco di Firenze capitale d'Italia, diventa nel '67 ministro delle finanze' e svolge tale funzione fino alla caduta del terzo ministero Menabrea, nel novembre 1869. Il libro con­tiene eoa due parti, in corrispondenza con questa duplice attività di sindaco e di ministro, precedute da una introduzione sulla formazione politico-culturale del e campagnolo Digny. Questa Premessa è quanto mai efficace nelTilluminare le matrici sociali e ideologiche, il milieu, da cui scaturiranno le successive scelte politiche e certe tendenze, rimaste co­stanti, sia nella talvolta spregiudicata condotta degli affari, sia nel modo di affrontare i problemi che la realtà unitaria andava ponendo; ed è tanto più opportuna perché la figura e l'opera di Digny non erano state fatte finora oggetto di approfondite analisi. Senza in­dulgere a biografismi, ma attento a cogliere i tratti essenziali e le vicende del personaggio, partecipe di una realtà storica assai complessa, l'A. ne traccia un profilo nell'ambito delle attività e iniziative intraprese dai gruppi liberalmoderati dell'aristocrazia fiorentina. Am­messo all'età di venti anni, nel 1840, a far parte dell'Accademia dei Georgofili, Digny vi si mette in evidenza, dopo gli eventi del 1848, con memorie e interventi su problemi che già precedentemente erano stati dibattuti, ma che ora vengono affrontati con maggiori preoccupazioni conservatrici. Così, nella memoria sui pericoli sociali in Toscana del gen­naio 1849, Digny, parlando dell'Utilità sociale dell'istruzione, assegna ad essa il compito quasi esclusivo di freno preventivo contro la potenziale insubordinazione dei ceti popolari, perché essa deve formare fin dall'infanzia, col supporto dell'insegnamento religioso, co­scienze timorate e rispettose dell'ordine costituito. Veniva eoa stravolto il significato illu­minato e progressista che l'istituzione degli asili infantili aveva avuto in Toscana negli ànsi precedenti, per opera della Calandrini, Frassi, Mayer, etc. Ma era soprattutto alla mezzadria, sistema agricolo e sociale a un tempo, che andavano le cure principali di Digny nel decennio precedente l'unificazione, secondo la comune tendenza dei grandi proprietari toscani, quando egli si dedicò in maniera preponderante alle sue proprietà. La mezzadria come baluardo contro i pericoli sociali perché, mentre rende i contadini partecipi dei van­taggi della proprietà, permette un loro controllo da parte dei proprietari ed evita la possi­bilità di agglomerati urbani su base industriale, la compatibilità o meno di essa con rile­vanti investimenti di capitali e innovazioni tecniche, etc, sono tutti temi che vengono trattati di nuovo in questo periodo, attraverso il Giornale Agrario Toscano e gli Atti dei Georgofili, cui anche Digny partecipa, facendosi propugnatore di pratiche agronomiche più moderne, da lui direttamente sperimentate nei suoi fondi. Qui l'A. esamina tali esperienze in rapporto con quelle di altri proprietari come Ridolfi, e alla luce delle condizioni preva­lenti della coltura agraria toscana.
Parallelamente a questa, si sviluppa nello stesso tempo anche l'attività bancaria, non però nelle forme del credito agrario, che pure era stato tentato, ma con scarso successo, bensì prevalentemente come speculazione sui titoli del debito pubblico granducale. Tale attività restava però confinata alle partecipazioni tradizionali e la sua struttura era quella solita dell'azienda familiare di qualche ricco banchiere. Non mancarono però indizi di un diverso atteggiarsi degli interventi finanziari, fra cui quello dell'unione delle due Banche di Sconto di Firenze e di Livorno in un'unica Banca Nazionale Toscana, resa necessaria dall'espandersi di certe imprese, quali le escavazioni minerarie, l'ampliamento e la con­centrazione in una società della rete ferroviaria toscana, etc. Quello del ruolo della banca, dello sviluppo del capitale finanziario, di cui Digny è esponente e diretto interessato, e del conseguente favore accordato ai gruppi finanziari più forti o comunque legati ai maggio-