Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1977>   pagina <76>
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Libri e periodici
sia agricola che manifatturiera, provocato dal protezionismo; ma soprattutto alle argomen­tazioni di alcuni pensatori illuminati come Filippo Turati e Luigi Einaudi. Per il primo il dovere del Settentrione di aiutare il Mezzogiorno, soprattutto per liberarsi dalle cama­rille politiche reazionarie, era visto anche in funzione dell'interesse degli industriali del Nord i quali in un Mezzogiorno meno povero avrebbero trovato un mercato più favorevole al consumo dei loro prodotti (concezione che si potrebbe dire neocapitalistica ); per Luigi Einaudi, poi, che scriveva al principio del secolo, era lecito ammettere che il Nord aveva peccato di egoismo assicurando alle proprie industrie il monopolio del mercato meridionale, spostando molta ricchezza dal Sud al Nord con la vendita dell'asse ecclesiastico e del dema­nio e coi prestiti pubblici, ottenendo più costruzioni di ferrovie, di porti, di scuole; ma si poteva anche dire con agghiacciante serenità che tutto ciò rispondeva ad una certa logica ed a una convenienza economica, quella dell'accentramento. Conveniva di più scriveva Luigi Einaudi in un passo che merita di essere citato testualmente serrare le maglie della rete ferroviaria settentrionale ad intenso traffico internazionale ed interno che non fare un tronco nuovo in un paese meridionale privo di comunicazioni. Era e sarebbe ancora più utile profondere milioni nel porto di Genova, che è opera nazionale, che non spendere le migliaia di lire in un porto della costa adriatica o calabra visitato da poche navi a vela e che persino ce era più utile spendere denari per istituti di istruzione media nel­l'Alta Italia, che non impiegarli nell'Italia meridionale dove mancava ancora la materia ad essere educata .
A simili affermazioni che spiegavano, con apparente scientificità, la linea della poli­tica nazionale in quegli anni, ma pur contenevano in sé un grave errore economico di prospettiva, un errore che ancor oggi si sconta proprio sul terreno del livello economico e civile della società italiana, Francesco Fiumara contrappone i discorsi inascoltati di Gae­tano Salvemini, di Giustino Fortunato con la sua diagnosi dello sfasciume geologico , di Tomaso Fiore con l'elogio di quel te popolo di formiche , costituito dai piccoli proprie­tari, dai fittavoli, dai giornalieri che con il loro lavoro quotidiano e silenzioso hanno trasfor­mato la campagna pugliese.
In un settore del libro intitolato Letteratura e impegno sociale , il Fiumara ha rac­colto recensioni, testimonianze e ricordi su alcuni scrittori meridionali tra i quali Leonida Repaci, di cui si rievoca la battaglia elettorale del 1948, ricca di ferventi discorsi, se non di positivi risultati; Umberto Bosco, calabrese emigrato, maestro di umanità e di dottrina letteraria, che si porta dentro il cuore l'affetto per la sua terra e la sua gente; Danilo Dolci, immigrato siciliano, che rompe la muraglia dell'indifferenza per denunciare l'eterno dramma degli emarginati.
Su quest'ultimo tema, si sviluppa nella quarta parte del volume la polemica personale di Francesco Fiumara sui termini attuali della questione meridionale. Ma anche senza le sue prese di posizione più dirette, l'autore aveva dato, attraverso le recensioni ai libri altrui, il senso preciso del suo discorso continuo. Fiumara fa parlare gli altri, ma non rinunzia a parlare egli stesso per chiarire e ribadire le ragioni del Sud in una questione ormai troppo vecchia, una questione che non si riesce a chiudere, sebbene sia diventata a. storica .
PAOLO MARIO SIPALA
GIOVANNI MANZONI, / LughesL nelle imprese africane 1882-1896:. Imola, Calcati, 1975, in 4, pp. 22. L. 1.000.
Fermo nel suo proposito di illustrare, con documenti, le vicende risorgimentali della sua terra nella quale gli avi suoi ebbero primari uffici amministrativi e politici, ansioso di offrire allo studio, integralmente e in curate edizioni, i documenti del familiare archivio, Giovanni Manzoni pubblica con la consueta eleganza tipografica, questo fascicolo dove rac­coglie le biografie brevi dei figli di Lugo di Romagna partecipi delle vicende e dei sacrifici proprii degli anni delle prime guerre africane, e delle imprese esplorataci.