Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1977>   pagina <357>
immagine non disponibile

Libri e periodici
357
tipografico ed il commercio librario in senso lato costituiscono soprattutto delle spie im­portanti del livello di sviluppo civile e culturale di ima nazione, oltre che un fattore fon­damentale, per l'epoca che c'interessa, nella formazione di una opinione nazionale basata sulla diffusione di certi, valori culturali tra il ceto politico, la borghesia e le classi medie nella storia del nostro Risorgimento (p. 69). Per mostrare questa evoluzione il Soave sceglie come estremi l'inizio del XVIII secolo e il fatidico 1848, anno della concessione della libertà di stampa.
Foco interessanti culturalmente gli inizi dell'arte tipografica, concentrata sostanzial­mente a Torino, in stamperie familiari con due, tre dipendenti, fra lavoranti ed appren­disti, tese a muoversi ce sul terreno sicuro del testo scolastico e del catechismo (p. 19). Non per niente i più autorevoli letterati piemontesi del '700, Baretti, Alfieri dovranno pubblicare all'estero, fuori di quell'ambiente culturalmente stagnante. Sorge nel 1740 an­che un'azienda privilegiata, la Stamperia Reale , per pubblicare la produzione legisla­tiva e normativa del Governo, monopolizzando, quindi, il maggior committente. Soppressa dai Francesi nel 1799, riottiene i privilegi con la Restaurazione, fra la protesta degli altri stampatori. Si stabilisce con le Regie Patenti del 1829 (largamente influenzate dalla le­gislazione napoleonica) l'obbligo del ce Brevetto di Stampatore, esistenza di certi requisiti di cultura, e limite all'impiego di apprendisti, nella misura di uno per ogni torchio (men­tre prima si potevano tenere due o tre apprendisti per stamperia, quale che fosse il nu­mero dei torchi). In questa maniera, liberi dalle pastoie vincolistiche, gli stampatori più intraprendenti come il Pomba, il Fontana, l'Alliana dilatano le loro aziende e diventano veri e propri editori, invadendo l'Italia con le loro collane di cento-duecento titoli. Il Soave dedica un capitolo ad illustrare la figura di Giuseppe Pomba e le sue rivoluzio­narie iniziative. Grazie alle innovazioni tecnologiche da lui introdotte l'arte tipografica piemontese conosce un forte salto di qualità. Interessante lo studio sull'oc Unione Pio-Tipografica , sorta nel 1743 fra i lavoranti tipografici; un ibrido fra corporazione e società di mutuo soccorso, che, come giustamente fa notare il Soave, non può definirsi oc contro­parte rispetto ai padroni stampatori, giacché non accoglieva, infatti, gli apprendisti, e nemmeno tutti i lavoranti. Solo nel 1848 sorgerà a Torino il primo nucleo di organizza­zione sindacale vera e propria, cioè la oc Società dei Compositori per l'Introduzione e l'Os­servanza della Tariffa (p. 172).
Numerose e minuziose le appendici, che schedano per periodi e località i tipografi, e stampatori piemontesi; quello che, però, manca è lo studio sul prodotto ultimo dell'in­dustria, cioè il libro. Questi i limiti della ricerca del Soave, che vuole oc mettere in luce le -vicende dell'arte tipografica come settore economico (p. 9), come afferma nell'introdu­zione, ma il libro potrà servire ottimamente per ricerche sulla produzione libraria, pie­montese, ma anche più generalmente italiana.
FLORIANO BOCCINI
DANTE CECCHI, L'amministrazione pontificia nella 1" Restaurazione (1800-1809); Macerata, Deputazione di storia patria per le Marche, 1975, in 8, pp. 253. S.p.
Nel tirare le somme, a conclusione di questa ricerca, D. Cecchi ricorda che il card. Consalvi, durante la cattività in Francia, nel 1811, rimeditando sulle cose di Roma nel corso della prima Restaurazione, scriveva: oc Avendo permesso la Provvidenza una seconda caduta del governo pontificio circa dopo un decennio del suo ristabilimento, se la stessa Divina Provvidenza permetterà un secondo risorgimento è desiderabile, nel trovarsi nuova­mente tutto cambiato e distrutto dal nuovo governo, che si profitti di questo male per ca­varne un bene anche in maggior dose che non si fece nel primo risorgimento, e che si vinca assolutamente ogni genere di ostacoli ohe si oppongano a quelle emende e cambiamenti che ... gli insegnamenti della esperienza o la mutazione dei tempi... e delle idee... potranno ragionevolmente esigere (p. 244).
Di quel primo risorgimento il Consalvi era stato, forse più dello stesso Pio VII indi­scusso protagonista e, al di là delle polemiche che il suo ministero aveva suscitato, egli considerava positiva quella fase, al punto da proporsi di rinnovare con maggior vigore le esperienze già compiute. In effetti il triennio giacobino aveva scosso le strutture dell'am*