Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
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1977
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Libri e periodici
ministrazione pontificia e la prima restaurazione consentì al Segretario di Stato di avviare una certa modernizzazione. L'esperienza rivoluzionaria aveva permesso con l'introduzione di alcune misure (come il nuovo ordinamento politico e l'abolizione di certi privilegi ecclesiastici) una sorta di inserimento dello Stato pontificio nel più ampio contesto del riformismo settecentesco, dal quale era rimasto assente, se si escludono certi provvedimenti del resto incompleti e rimasti incompiuti operati da Fio VI.
Quando, il 29 settembre 1799 il generale Garnier annunciò ai romani la resa francese, la repubblica cadde, ma fu subito chiaro che di certe innovazioni non si poteva non tener conto. Lo stesso Consalvi aveva in proposito idee ben precise: ce in Roma più che altrove ... tutto quello che esiste da qualche tempo vi è riguardato con una specie di venerazione, come consacrato dalla stessa antichità della sua istituzione, senza considerare che spesso ciò è falsissimo (pp. 238-239).
Lo studio di D. Cecchi costituisce un esame delle strutture amministrative colte nella fase del breve ma intenso periodo della prima restaurazione. Come afferma l'A., ancora tale periodo e manca di una vera letteratura storico-amministrativa e storico-giuridica (p. XVII) e in questo senso il saggio tende a riempire un vuoto ed a sollecitare ulteriori approfondimenti. Dietro le aride cifre, attraverso Tesarne attento e minuzioso di una grande quantità di fonti, il volume illustra il laborioso e lento processo di modernizzazione, chiarisce quale peso ebbe sempre sulle remore conservatrici il pavido egoismo di quanti, laici o prelati, temevano di perdere consolidati privilegi, e con quale atteggiamento la burocrazia reagiva alle spinte innovatrici non soltanto nella capitale ma anche nelle amministrazioni periferiche. Particolare attenzione viene dedicata alla ristrutturazione delle varie Congregazioni e questo è un pregio che arricchisce ulteriormente il saggio poiché le prerogative, i compiti specifici e le competenze delle Congregazioni erano in genere senza chiari confini e i loro intricati rapporti venivano determinati più dalla consuetudine che da ordinamenti codificati.
Il 22 maggio dell'anno 1800 Pio VII scriveva da Venezia ai tre Legati a lettere destinati a rappresentare il governo in quella parte dello Stato tuttora sotto il generale napoletano Naselli, invitandoli a riflettere sull'opportunità di qualche ce ispezione e et provvidenza prima di ripristinare gli c< antichi sistemi . Un mese dopo, mentre si annunciava il ritorno all'obbedienza al pontefice, Consalvi emanava da Loreto un editto sull'assetto territoriale, introducendo in tal modo le prime innovazioni. Questo fu il prudente avvio del nuovo corso politico ed è sintomatico che l'allora prò Segretario di Stato trovasse necessario chiarire che la nuova divisione delle giurisdizioni territoriali, a fatta per solo comodo di governo non avrebbe pregiudicato ce in conto alcuno agli antichi privilegi, prerogative e preminenze... (p. 38). Gradualmente l'intento riformatore si fa più palese e audace. Ad esempio quando, allo scopo di riorganizzare la magistratura, si ritenne opportuno costituire Congregazioni composte non soltanto da ecclesiastici, ma anche da secolari purché presentassero ce oltre la loro capacità e il merito anche il vantaggio della esperienza e delle particolari cognizioni dei rispettivi affari (p. 42).
La costituzione apostolica Post diulurnas del 30 ottobre 1800 documenta non soltanto le intenzioni riformatrici del nuovo pontefice ma anche le direttrici verso le quali queste intenzioni si sarebbero espresse, ce I titoli stessi dei quattro decreti e l'ordine della loro successione scrive l'A. indicano chiaramente... le fondamentali preoccupazioni del pontefice e del suo Segretario di Stato: l'economia, la giustìzia, l'organizzazione delle province (p. 53).
Era in certo modo fatale che il coraggioso tentativo di svecchiamento si manifestasse soprattutto nei settori maggiormente dissestati. Specialmente nell'ambito economico-finanziario si adottarono criteri più moderni, come ad esempio la modifica del sistema fiscale. Certo né Pio VII né il Consalvi possono essere considerati dei rivoluzionari, fa osservare il Cecchi, anche perché molti anacronismi restavano , nondimeno e indubitabile la loro volontà riformatricc decisa anche se limitala nei provvedimenti e negli effetti di essi . Non tutto, in questo programma* resisterà a lungo, ma e certo che alcune di queste spinte innovatrici non potranno restare senza seguito durante la seconda restaurazione.
MARTA PIERONI FRANI: im