Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
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1977
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pagina
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359
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Libri e periodici
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ANNA T. OSSAMI, Letteratura e politica in Giuseppe Mazzini (Pubblicazioni dell'Università di Urbino. Serie di Lettera e Filosofia, 31); Urbino, Argalia, 1973, in 8, pp. 279. L. 3.200.
H nucleo centrale del lavoro, rielaborazione della tesi di laurea della Ossani, riguarda l'analisi dell'opera di Giuseppe Mazzini, quale critico letterario, intendendo l'A. la critica letteraria mazziniana come una risposta ad una complessa rete di stimoli e di sollecita* zioni di ordine non solamente e non semplicemente letterario (p. 5); in tal senso i collegamenti fra letteratura e politica sono continui e dialettici.
Giustamente la Ossani mette in evidenza l'influenza che la cultura francese ebbe sul Mazzini, il quale passò dal t rivoluzionarismo romantico (p. 50) all'influsso del Saint' Simon, anche se la lettura e la fruizione del pensiero dell'utopista francese non precludono comunque al Mazzini di accettare e di rendere evidente anche in campo letterario il democratismo di Buonarroti (p. 66).
Altrettanto incisiva fu l'influenza del Lamennais sul Genovese; pagine interessanti quelle dedicate dall'A. al circolo lamnesiano, che riunì i migliori intelletti francesi, quali Victor Hugo, Lamartine, George Sand, e proprio dalla ricostruzione dei complessi rapporti intercorsi fra Mazzini e Lamennais, fornisce un vivace quadro di quell'ambiente culturale.
H lavoro della Ossani si conclude con una breve analisi del periodo che va dal 1848 alla morte del Mazzini e francamente ci sembra che sia stato eccessivamente sintetizzato un arco di tempo cosi ampio e soprattutto cosi importante per il Mazzini ed il mazzinia-nesimo. A nostro parere, sarebbe stato interessante dedicare qualche pagina in più a quegli anni che, proprio a partire dalla conclusione degli esperimenti rivoluzionari del '49 ed in particolare di quello romano, videro sorgere discussioni, polemiche ed abbandoni nel gruppo mazziniano; così pure per il periodo post-unitario con le violente polemiche di Mazzini contro Bakunin e l'Internazionale.
GABRIELLA CIAMPI
PASQUALE CALVI, Catechismo politico economico popolare, a cura di FRANCA BIONDI (Passato e futuro, 20); Rimini-Firenze, Guaraldi, 1976, in 16, pp. 282. L. 5.000.
In copertina, oltre all'errore provocato dall'attribuzione all'Autore di un nome diverso da quello assegnatogli dai genitori, campeggia in grossi caratteri la scritta ce Anonimo 1866 , doveroso omaggio alla moda dei tempi nonché simpatico espediente per attirare l'interesse degli acquirenti. Una volta tanto c'è da augurarsi che l'accorgimento dia i suoi frutti, premiando per un verso l'Editore che ha coraggiosamente inserito il Catechismo di Calvi in una sua collana di classici del pensiero rivoluzionario di tutti i tempi, e consentendo per un altro ai cultori del filone del socialismo risorgimentale un ampliamento delle proprie conoscenze, quasi sempre circoscritte agli abusatdssimi Pisacane e Ferrari. Opera doppiamente meritoria, questa della casa Garibaldi, perché, come avverte la Biondi nella sua esauriente e ben informala Introduzione, del Catechismo si erano quasi completamente perse le tracce: non fosse stato per un esemplare, forse l'unico, rinvenuto nella biblioteca della Società di storia patria di Palermo, questa riedizione non sarebbe stata possibile. Un pregio, questo, che permette di sorvolare anche sul migliaio di errori di stampa e difetti di punteggiatura che il volume che abbiamo sotto gli occhi contiene.
Pasquale Calvi, uno dei protagonisti della rivoluzione siciliana del '48 nelle vesti di ministro dell'Interno e, più tardi, di Grazia e Giustizia del Governo provvisorio, pubblicò il Catechismo nel '66 D sarà un caso che è proprio l'anno dell'insurrezione palermi-
0 G. SCICHILONE, nella voce compilata per il Dizionario Biografico degli Italiani, voi. XVII, Roma, 1974, ad nomen, anticipa la data di pubblicazione del Catechismo al 1865. Invece la Biondi, nella sua Introduzione, avverte che il testo fu scritto tra il 1864 e il 1865, ma, sulla scorta di due note successivamente aggiunte da Calvi, lo fa uscire giustamente nel 1866, precisando che gli avvenimenti ricordati nel Catechismo si fermano al 1865 (p. 12, nota 15). A mio parere non è impossibile che anche il testo abbia subito