Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1977>   pagina <360>
immagine non disponibile

360
Libri e periodici
tana? a settantadue anni già compiuti e pochi mesi prima di morire. L'alto incarico che ricopriva nella magistratura del Regno era dal dicembre del '65 presidente della Corte di Cassazione a Torino, una sede che considerò sempre come una sgraditissima missione in partibus ìnfidelium gli consigliò probabilmente di mantenere l'anonimato; ma prima ancora di arrivare a tale determinazione dovette mettersi alla ricerca di qualcuno cui pò* tesse interessare la pubblicazione di uno scritto il cui contenuto non concedeva di nutrire eccessive illusioni circa l'eventualità di un'ampia circolazione tra i lettori dell'epoca, let­tori peraltro orientati per la maggior parte in tutt'altra direzione ideologica. Tant'è vero che, se alla fine i fondi necessari saltarono fuori grazie all'intervento della massoneria, ben più problematica risultò invece la diffusione del Catechismo*, ed è pressoché inutile cercare nella pubblicistica democratica contemporanea un'eco sia pur lontana delle tesi di Calvi ovvero una testimonianza della loro penetrazione negli ambienti più preparati a recepirle: segno certamente dell'isolamento in cui si venne a trovare Calvi dopo il '48 nel '60 ci fu addirittura chi indicò in lui uno degli agenti cavouriani in Sicilia2) ma anche della difficoltà di divulgare certi temi adombranti un progetto di ristrutturazione della società su basi chiaramente rivoluzionarie.
C'è da dire comunque che Calvi sembra più preoccupato di indirizzare le sue argo­mentazioni al proletariato, rinunziando in partenza alla mediazione degli intellettuali, che di trovare un consenso ed un sostegno nelle organizzazioni democratiche. Per questo mo­tivo la sua scelta, quanto al mezzo di comunicazione, cade sul catechismo, un ce genere abbastanza praticato nell'Ottocento, che consente di schematizzare la materia e di trattarla con semplicità e chiarezza e che si pone sempre in funzione alternativa rispetto alle strut­ture scolastiche statali; un genere, inoltre, che almeno nelle speranze di chi lo adotta do­vrebbe garantire una penetrazione capillare anche nei punti di più difficile accesso, che poi sono i punti in cui presumibilmente si trovano i naturali destinatari del messaggio di Calvi, i ceti contadini e proletari.
Il nucleo di questo messaggio è costituito dall'esigenza di fondare una nuova società avente per basi ce la socializzazione del suolo e la socializzazione dei mezzi tutti di lavoro (p. 121), esigenza la cui premessa logica sta in una riconsiderazione della portata liberato-ria-egualitaria dei testo su cui poggia il cristianesimo, il Vangelo: il che testimonia la pre­senza indubbia in Calvi di una fede, non so quanto sincera, ma anche e soprattutto il bi­sogno di opporre a concezioni politiche che sul divino fondano l'immutabilità di certi pri­vilegi come quello, assoluto, dei re, o l'altro, individuale, della proprietà un'interpre­tazione più fedele al dettato originale e più rispondente alla sete di giustizia dell'umanità. Prende il via di qui l'attacco di Calvi allo Stato monarchico che è contemporaneamente l'attacco del siciliano nutrito di autonomismo 3) al moto da poco conclusosi con i plebisciti,
qualche ritocco nell'ultima parte: lo dimostrerebbe un accenno palesemente sprezzante a La Marmora e Persano (p. 258) che non dovrebbe essere anteriore all'estate del 1866.
2) Cfr. Le carte di Agostino Bertoni, Milano, 1962, p. 279, ove il nome dell'aw. Calvi compare in un elenco di persone che agivano in Sicilia a favore della politica cavourriana . La notizia appare sorprendente e non si può escludere che si tratti di un caso di omonimia. Tra l'altro nel Catechismo Calvi riserva a Cavour la qualifica di a gran Mestatore (p. 46). Senonché anche per Pilo, in una lettera a Crispi del 15-2-1860, CtalviJ significa Piemonte ed anco in seconda linea partito indipendentista , e gli indi­pendentisti prosegue Pilo - hanno assunto la maschera unitaria (Lettere di Rosolino Pilo, a cura di GAETANO FALZONE, Roma, 1972, p. 494). Si tenga, però, presento che due cavouriani come La Farina e Filippo Cordova nella loro corrispondenza con Cavour giudi­cavano negativamente Calvi, definendolo, il primo, or odiatissimo da tutti gli onesti ed accanito mazziniano , e dicendolo, il secondo, capo a di un club repubblicano-separatista . (Le due lettere, del 26*6-1860 e del 27-7-1860, in La liberazione del Mezzogiorno e la for­mazione del Regno d'Italia, 5 voli., a cura della Commissione nazionale per la pubblica­zione dei carteggi di Cavour, Bologna, Zanichelli, 1949-1954, voi. I, pp. 244 e 397).
3) O, CEBBITO, Radicalismo e socialismo in Sicilia (18604862), Messina-Firenze, 1958, p. 29, nota 45, ricorda un giornale che si iniziò a pubblicare a Palermo nel gennaio del '61