Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
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1977
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pagina
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363
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Libri e periodici
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e obbligatorio, l'istituzione del suffragio universale per le elezioni politiche al cambiamento dei rapporti di classe, la distribuzione delle terre alle esigenze della proprietà collettiva e, in ogni caso, alla riforma del credito. Scopriamo cosi che Calvi è un femminista che condanna esplicitamente la iniqua condizione, a cui leggi fatte dal sesso forte han condannato le donne che l'uomo e è avvezzo a tenere unicamente in pregio e per le forme venuste e per le beatitudini della volontà e per i pregi modesti della buona massaia nei domestici lari, ridotta com'è la donna da una rea educazione a servire o come mezzo di piacere o come strumento di economia (p. 74); è un divorzista che, considerando il matrimonio un mero contratto di società fra due individui di diverso sesso , ammette il divorzio a anche per incompatibilità di umori (pp. 74-75); conosce, prima che Taylor se ne faccia convinto assertore, la divisione del lavoro industriale, ma, al contrario dell'americano, ne antivede gli effetti perniciosi nel suo ridurre... l'operajo ad un solo atto automatico, che, ripetuto a dilungo, facilissimo diviene, e rapidissimo, e da indi attutisce, e progressivamente spegne tutte le potenze ingenite nell'intelligenza, convertendo l'operajo stesso in automa a (p. 174); e per combattere questo fenomeno, che altro non è se non il concetto di alienazione enunciato da Feuerbach a proposito della religione e da Marx trasferito nel campo del lavoro, Calvi propone di non limitare il travagliatore ad una semplice parte infinitesimale dell'opera ma di chiamarlo ce alla confezione di tutte le diverse parti, onde un'opera si compone, vale a dire a tutti gli atti della serie (p. 174).
Ma, a parte questi squarci sul futuro, è tutta la struttura statale ideata dal siciliano a meritare l'attenzione degli studiosi; e certo altri elementi ancora si potrebbero citare per provare come il Catechismo calviano sia degno di occupare un posto di tutto rispetto nella storia delle origini del socialismo italiano.6' Ma avendo più che abusato dello spazio offertomi e della pazienza del lettore, non mi resta che accennare brevemente a quali potrebbero essere le fonti di questo testo: la Biondi, nella sua Introduzione fa giustamente i nomi di Rousseau, di Saint-Simon, di Froudhon e di Pisacane; io aggiungerei Vico, per un accenno all'infanzia delle nazioni (p. 105), mentre all'illuminismo meridionale si potrebbero far risalire la più volte proclamata fiducia nella perfettibilità dell'uomo e la presa di posizione in favore della libertà di coscienza, ce la primissima e precipua di tutte le libertà (p. 173); ma in definitiva mi sembra che non sia qui il caso di esercitarsi al gioco sempre suggestivo di individuare in questo o quel teorico le fonti di uno scrittore dal momento che le argomentazioni di Calvi non hanno mai, pur quando non sono del tutto originali, carattere libresco e danno l'impressione di essere più il frutto di una maturazione interiore che non di vaste ed articolate letture. E richiamerei piuttosto ancora l'attenzione sull'austerità tipica dell'uomo di legge, quell'austerità che, mentre lo induce a scartare ogni facile improvvisazione sul tipo della fantasia al potere, lo porta a concludere che, per mantenere la democrazia, gli individui vanno educati e interessati e chiamati a partecipare con una disciplina anche rigida; la stessa austerità che nella sua costruzione ideale gli fa concedere un posto di preminenza ai giurì., ossia a commissioni giudicanti nei molti concorsi con i quali andrà regolata la carriera dei cittadini al servizio del nuovo Stato. Col pericolo, bisogna dirlo, della creazione di una classe di potentissimi burocrati o, peggio ancora, di una non improbabile scoperta dell'ope legis.
GIUSEPPE MONSACUATI
PLINIO FAR INI. Il Passatore: chi fu veramente e come mori, a cura di UMBERTO FOSCHI; Ravenna, Girasole, 1976, in 8, pp. 88, tav. 8. L. 2.400.
D'ora in avanti ascolteremo la voce della coscienza e della decenza, e quindi non apriremo più libri che abbiano per tema la ripugnante figura di Stefano Polloni, detto il Passatore. Ma questo libro pensato all'incirca mezzo secolo fa e pubblicato postumo, va segnalato non tanto perché Plinio Farini è cugino di Luigi Carlo e nipote di Domenico Antonio, ardito ed eletto patriota del '31, assassinato poi dai sanfedisti, ma piuttosto perché il libro
6) Calvi non figura nel lavoro di F. A NUBI?, ucci e T. DETTI, // movimento operaio italiano. Dizionario biografico 1853-1943, voi. I, Roma, 1975; e nello stesso accuratissimo studio già citato di Cerrito non si trova nessun cenno al Catechismo.