Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1977>   pagina <364>
immagine non disponibile

364
Libri e periodici
ci offre numerosi ed utili riferimenti sul Governo pontificio, documentando le sue molte deficienze in campo politico e amministrativo, e la notevole corruzione esìstente nella magi­stratura, nel clero politicante, nella mfligiin e nella polizia.
Plinio Farini, nativo di Russi (1866), laureatosi a Bologna in lettere, al tempo di Car­ducci che mostrò di stimarlo rilasciandogli un particolare diploma, tenne cattedra di latino e di italiano nel liceo Ennio Quirino Visconti di Roma. E proprio a Roma trovò il suo av­verso destino, poiché chiamato all'ufficio di giurato in un processo che si celebrava nella Corte d'Assise contro un anarchico, in prima udienza udito l'argomento dichiarò che non poteva rimanere, poiché egli stesso era anarchico.
Fu subito cacciato ed espulso da tutte le scuole del Regno; e fece ritorno a Russi, dove rimase e dove morì il 22 aprile 1951.
Anarchico? Noi che ne ricordiamo il volto sereno, lo sguardo pensoso e il portamento austero, lo rivediamo ora, con più naturalezza e penetrazione, come un umanitario, un idea­lista assetato di giustizia, di libertà e di fraternità a tal segno che, lasciando Russi, si era privato di tutti i suoi averi per donarli alla sorella; la quale affettuosamente lo accolse Oliando, povero e senza lavoro, ritornò presso di lei.
Fra altre pagine sulla caccia e su altri argomenti di suo diletto, il Farmi scrisse anche le pagine che ora conosciamo; soltanto ora, perché erano andate inspiegabilmente perdute, e adesso ritrovate quasi per miracolo.
Umberto Foschi, fecondo e attento ricercatore e illustratore di quanto interessa la sua e nostra Romagna, ha curato anche questa pubblicazione, corredandola dì note impareg­giabili che hanno valore di completamento, di chiarimento e di precisazione.
Plinio Farini è dunque risalito fino ai ricordi della sua fanciullezza allorché, a Russi, aveva avuto modo e facilità di parlare coi molti concittadini che avevano conosciuto il Pas­satore fino ai giorni in cui il cadavere fu portato ce in esposizione nelle città romagnole e anche a Bologna; che conoscevano la tenacia e l'ardire del sussidiario Apollinare Fantini (russiano notissimo al Farini) che aveva saputo braccarlo definitivamente e colpirlo.
Anzi al bravo e onesto Fantini il Farini dedica, in molte pagine, parole di ammira­zione e di difesa contro le autorità e gli invidiosi che gli avevano lesinato il premio a van­taggio di altri favoriti.
Forti e sdegnose sono anche le pagine in cui l'A. condanna le leggende, le fandonie e le poetiche definizioni, per cui il delinquente brutale viene trasformato in generoso bene­fattore di poveri o in un invocato dal malinformato Garibaldi.
Da tutte le pagine, stilisticamente ricche di classica bellezza, si traggono notizie per coi conosciamo quale posto aveva uno spregiudicato assassino nel quadro sociale e politico del tempo.
Le più recenti pubblicazioni (ricordiamo in particolare il Serantini e il Costa) hanno sull'argomento il pregio di validissimi colpi demolitori; il libro del Farini, anche per l'auto­rità del narratore, è il colpo di grazia.
PIERO ZAMA
CABLO G. LACAITA, Istruzione e sviluppo industriale in Italia 1859-1914 (Centro per la storia della tecnica in Italia del Consiglio nazionale della ricerche, Studi, 5); Firenze, Giunti, 1973, in 8, pp. 170. S.p.
Il problema dell'istruzione tecnica e professionale e della sua funzione in relazione agli altri settori del sistema educativo, è a tutt'oggi, e non solo in Italia, un punto cruciale e dolente nel quadro dei problemi dell'insegnamento. Con lo sviluppo economico e tecnolo­gico, richieste sempre più pressanti vengono infatti avanzate nei confronti dei sistemi di for­mazione, perché provvedano forme di istruzione corrispondenti alle esigenze del mondo del lavoro, ma d'altra parte ci si domanda fino a che punto sia giusto sforzarsi di rispondere a queste richieste senza porsi il problema della liceità di perpetuare una distinzione, più o meno gerarchica, fra studi a generali , spesso umanistici, da un lato, e studi tecnico-professionali dall'altro. Nel nostro paese, in specie, questo settore dell'istruzione presenta non soltanto caratteristiche sue proprie, ma anche ritardi e disfunzioni più gravi rispetto ad altri paesi di medio o avanzato livello di sviluppo, a causa dell'intrecciarsi di diversi