Rassegna storica del Risorgimento
CUSTODI PIETRO; VERRI PIETRO OPERE
anno
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1977
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pagina
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394
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394
Giuseppina Rastelli
mento videro gli agenti della * Po li ce ' dare la caccia ai pitocchi per le strade e strascinarli in carcere; ma per risparmiare il pane che consumavano, rilasciavansi in breve con giuramento di non più mendicare; quindi, con quasi ridicola vicenda, imprigionavansi di nuovo per aver contravvenuto al giuramento, costretti dalla necessità.39)
Venendo a parlare poi del comportamento dell'Imperatore in campo religioso, Custodi notava che la molteplicità e la minuzia delle norme, con le quali Giuseppe II aveva preteso di regolare ogni aspetto della vita ecclesiastica, sparsero di ridicolo i di lui regolamenti, e giustificarono il frizzo di Federico II, re di Prussia, che usava chiamarlo: 'mio fratello il sagrista ' .
Ma soprattutto, secondo Custodi, non fu tanto il contenuto dei suoi provvedimenti a rendere inviso il sovrano al popolo, quanto l'impeto e la precipitazione con cui soleva operare,411 così che egli osava concludere che:
In generale le sue intenzioni furono migliori che i fatti, e questi, migliori dei modi usati Dell'eseguirli. Chi disse ch'egli avea voluto procurare la felicità dei sudditi a colpi di bastone, disse il vero con acerbe parole.*
Comunque, l'obbiettivo principale che Custodi si era proposto, nel parlare dei regni di Maria Teresa e di Giuseppe II, non voleva essere strettamente polemico: egli aveva cercato di esporre in generale la storia della legislazione milanese, sia perché, come egli diceva, tale lavoro non era mai stato fatto, sia perché le fasi e i fatti dell'amministrazione interna sono i soli elementi per la storia di uno stato di provincia , e subito aggiungeva:
Che se quelli tra i miei lettori, non avvezzi a siffatte discussioni, a questa parte della mia narrazione si saranno annoiati, io confesso con verità che ben più di essi mi sono annoiato scrivendola. 43>
Lavoro costato dunque un'improba fatica e dispensatore di poche soddisfazioni, il IV volume della Storia di Milano, così concepito, dopo lunghe traversie, usciva finalmente alla luce nel gennaio del 1826. Ma, come si è accennato più sopra, esso non poteva sfuggire all'occhio vigile del Governo di Vienna, il quale, rimproverando l'Ufficio di Censura per averne permessa la stampa, ordinava di porvi subito rimedio, col farlo ritirare dal commercio, per mezzo delle più attente perquisizioni.44) Tale azione di confìsca venne tosto eseguita in tutto il Regno in modo subdolo e arbitrario,. senza il minimo controllo e con maniere in vero alquanto turchesche, mentre i commissari della Polizia presentavansi alle botteghe e a' posti de' libraj come privati avventori, e chiesta ed avuta in mostra l'opera, eglino si ponevano i volumi sotto il braccio, e cheti se ne andavano senza lasciare prender nota del fatto e del loro nome, e senza darne alcuna ricevuta .45)
Storia cit., p. 471.
* Storia cit., p. 471.
4J> Storia cit, p. 456.
<2> Storia cit., p. 479.
43> Storia cit., p. 475.
441 La circolare di sequestro è del 22-6-1826. Ora in copia in Bibliothèque Nationale di Parigi, Ma. It. 1578, fol. 215. Cr. nuche Memoria citi
45> Memoria cit. Cfr. anche B.N.P., Ms. It. 1554, fol. 305: lettera di Francesco Longhena a Custodi, datata 23-6-1826.