Rassegna storica del Risorgimento

CUSTODI PIETRO; VERRI PIETRO OPERE
anno <1977>   pagina <400>
immagine non disponibile

400
Giuseppina Rastelli
tano. Ma avendo dovuto accorgermi, che con una successione di declinazioni, di negative e di stancheggi tendevasi a provocarmi, finché per la vivacità del mio temperamento rompessi il freno della ragione, diedi ascolto alla prudenza che mi consigliava di sospendere ogni insistenza ulteriore. Ora però che l'almanacco mi avvisa, che essendo da più di un mese entrato nel settantesimo anno della mia età, un più lungo indugio mi esporrebbe al pericolo che non mi rimanga tempo sufficiente alla mia difesa, sono costretto mio malgrado di produrmi ancora una volta a codesto Governo, col dispiacere altresì di non poter essere breve quanto vorrei, e ciò per più, ragioni. Primieramente, perché contenendo questa mia Memoria le ultime mie deduzioni nella presente sede di giudizio, è necessità che sia piena e sotto ogni aspetto dimostrata la mia esposizione. In secondo luogo, perché giova non meno all'ordine della narrativa, che al comodo di chi mi leggerà, il trovar raccolto in questa stessa memoria tutto ciò che è oppor­tuno a rendere l'informazione compiuta. Finalmente per la circostanza che alla Presidenza del Beai Governo trovansi promosse persone nuove, che sono perciò ignare d'ogni atto precedente; il che nel tempo stesso mi lusinga che sarò ascoltato con imparzialità e quindi non avrò più a temere, né le gravi e non provocate offese personali, né l'aperta denegazione di giustizia, per i quali due titoli non potrò mai cessare di dolermi dell'eccellentissimo personaggio a me personalmente sconosciuto, che per trentanni onorò codest'Aulica Presidenza, e che ora trovasi meritamente promosso a più alto seggio. M)
PARTE PRIMA ORIGINE DEL MIO LIBRO SULLA STORIA DI MILANO E SUA VICENDA
Morendo il conte Pietro Verri nella notte del 26 giugno 1797. mentre sedeva nell'esercizio delle funzioni municipali, cui, socio al Parini, aveva accet­tato spontaneo ed esercitate con operosa assiduità, lasciò imperfetta la sua Storia di Milano, la quale rimase tronca all'anno 1524. H canonico teologo Anton Francesco Frisi, amico della famiglia dell'autore, intraprese di ridurre il volume a compimento e quindi protrasse crucila storia sino all'installazione dell'Arci­vescovo Carlo Borromeo nel 1566. Ma uno scarso e infedele uso egli fece degli spogli e de' frammenti lasciati dall'autore, benché quelli fossero allora molto più copiosi che non si trovano di presente: il che avvenne perché, avendo il eonte, poi duca Francesco Mei zi, a cruel tempo vice Presidente della Repubblica Italiana, mostrato desiderio di vedere ciò che il di lui cognato avea scritto ne' tempi repubblicani, la sorella vedova gli mandò un gran portafoglio che conte­neva non solo le schede politiche, ma anche i frammenti storici in fogli volanti,
**) 11 personaggio in questione: era appunto il conte von Hartìg (cfr. nota precedente), Governatore della Lombardia dal 1830 al 1840. Sull'ostilità dell'Hartig cfr. anche il 7 capi­tolo della parte V di questa Memoria ultima, capitolo che Custodi probabilmente non fece in tempo a stendere, ma al quale aveva dato nel sommario il titolo: rifiuto, con forme indecenti, di un mio Articolo da stamparsi nella Gazzetta di Milano ed atti ingiuriosi usa­timi dal Conte Hartig Governatore . Tale sommarlo, del quale esiste una minuta di mano del Custodi in Biblioteca Civica A. Maj di Bergamo, fu pubblicato dal Longhena nel 1848, in appendice alla Lettera al Mazzetti, cfr. nota 60 e da RENATO SORIGA in Le società se­grete, l'emigrazione politica e i primi moti per l'Indi pendenza, Modena, 1942.