Rassegna storica del Risorgimento
PARLAMENTO ITALIANO OSTRUZIONISMO 1897-1900
anno
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1977
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pagina
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418
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L'OSTRUZIONISMO PARLAMENTARE DI FINE SECOLO
Gli ultimi anni dell* '800 segnano il culmine di una crisi economica, sociale ma soprattutto politica che, iniziata sotto il governo Crispi, proseguì paradossalmente col suo avversario di Rudini e sfociò nei fatti del '98 e nel braccio di ferro che oppose una parte della Camera ad un governo che faceva proprie le istanze conservatrici di alcuni ambienti vicini alla corte, concludendosi con la sconfessione della classe al potere e la designazione alla successione di nuovi gruppi
I due cardini dell'azione di Crispi in politica interna erano stati il rafforzamento dell'esecutivo a spese dell'assemblea legislativa e la guerra senza quartiere contro le forze eversive clericali, ma soprattutto socialiste. Per aumentare il prestigio ed estendere le prerogative dell'esecutivo non esitò ad esautorare la Camera, nella quale non aveva alcuna fiducia, e la cui dignità del resto era già stata indebolita dalla pratica del trasformismo, appoggiandosi apertamente alla monarchia e portando di conseguenza la Corona a reinserirsi nel gioco costituzionale dal quale avevano cercato di tenerla lontana molti dei precedenti ministri, da Cavour a Depretis. Contro i socialisti, dopo averli colpiti duramente in Sicilia e in Lunigiana, coi tribunali straordinari, egli fece approvare alla Camera, prendendo spunto da una serie di attentati anarchici, le leggi eccezionali del luglio 1894 che, come è noto, tra l'altro vietavano, usando una forma generica e quindi suscettibile di ogni interpretazione estensiva, le associazioni e le riunioni tendenti a sovvertire per vie di fatto gli ordinamenti sociali e che gli consentirono il successivo scioglimento del Partito socialista dei lavoratori italiani e di tutte le associazioni operaie.
Crispi si sentiva investito del compito di difendere lo Stato risorgimentale da forze ad esso estranee che tendevano alla sua distruzione, facendo sue quelle che erano le paure di larghi settori della borghesia, incapace di distinguere tra socialismo e anarchismo; ma le persecuzioni crispine invece di distruggere rinsaldarono il movimento e procurarono alle nuove idee, se non l'aperta adesione, la simpatia di parte dell'opinione pubblica che, come dice Croce, sentì ferita da quei provvedimenti la coscienza liberale assai viva in Italia. La riprova si ebbe nelle elezioni generali del maggio 1895 nelle quali i socialisti conquistarono 12 seggi sebbene Crispi avesse provveduto ad una revisione politica delle liste elettorali per favorire l'elezione di candidati governativi. Un'ulteriore avanzata delle forze di sinistra si ebbe nelle elezioni generali del 1897, insistentemente richieste da Cavallotti per rinnovare la Camera corrotta uscita dalle consultazioni crispine; oltre ottanta furono gli eletti dell'Estrema di cui 42 radicali, 22 deputati che per la prima volta si costituirono come gruppo dichiaratamente repubblicano e 15 socialisti.
D Si veda Statistica dette elezioni generali politiche 21 e 28 marzo 1897, Roma, 1897, pubblicata dal Ministero di agricoltura, industria e commercio - Direzione generale della