Rassegna storica del Risorgimento

PARLAMENTO ITALIANO OSTRUZIONISMO 1897-1900
anno <1977>   pagina <421>
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Ostruzionismo parlamentare *21
economico,8) molti giornali d'opposizione avevano ripreso le pubblicazioni, si erano ricostituiti i circoli e le associazioni cattoliche Pelloux, il 4 febbraio del 1899, presentava alla Camera una serie di disegni di legge con i quali si riprometteva di introdurre stabilmente nel nostro ordinamento una serie di norme restrittive della libertà di stampa, di riunione e di associazione. Perché questo apparente voltafaccia?
Umberto Levra nel suo recente lavoro9) mette in luce con molto acume le paure e le motivazioni che indussero Pelloux a decidere i progetti restrittivi, pervenendo, però, a conclusioni che non ci sentiamo di condividere, non essendo la difesa di classe ma quella dell'ordine pubblico e dello Stato ciò che spinse il presidente del consiglio ad agire, a nostro giudizio, cosa questa del resto abbastanza naturale per un militare. La difesa di classe fu una conseguenza, non la causa prima dei provvedimenti restrittivi ed appare abbastanza logico che, in tale contesto, i cattolici facessero meno paura degli anarchici.
Gastone Manacorda, invece, nel profilo che precede i Souvenirs, aveva messo racconto sui limiti del Pelloux politico che non fu il capo di un partito ma un grande funzionario e, come tale, ebbe a cuore la pura e semplice difesa dello Stato, delle istituzioni, che lo trasformò da conservatore in reazionario quando un sommovimento sociale minacciò lo status quo politico. i0> Fu l'espe­rienza di governo nel sud, dove era stato mandato da di Rudinì nel maggio del *98 come comandante militare munito di poteri straordinari, che gli fece ma­turare, sostiene Manacorda, quello che poi divenne il suo programma di go­verno: Occorre... non solo che colle leggi si possa mantenere l'ordine; ma occorre, e più, che le leggi siano tali che l'ordine non possa non essere man­tenuto .n) Fu questo il motivo che lo spinse a ripresentare quei provvedimenti politici sui quali era caduto il ministero di Rudinì, quando giudicò la posizione del governo sufficientemente consolidata. Manacorda non è d'accordo con chi ritiene che Pelloux sia stato l'uomo di paglia della Corte, il fedele soldato savoiardo esecutore della volontà regia, premuto dal centro destra della Camera. Egli sostiene che la presentazione del disegno di legge sia stato il deliberato perseguimento di un piano politico, elaborato al cospetto della paura del '98 e inteso a garantire l'ordine pubblico col fornire al governo mezzi legali di repressione . n) Resta comunque il fatto che il programma di Pelloux si accor­dava perfettamente con gli intendimenti della Corte e faceva il gioco di ben determinati gruppi politici che nel presidente del consiglio trovarono il loro uomo.
Arturo Labriola, che quelle giornate le aveva vissute, scrivendo la sua Storia affermò con sicurezza che la repressione dei tumulti ed i provvedimenti politici non avevano altra funzione che quella di dissimulare un progetto reazio­nario di ben più ampia portata, della camarilla di Corte che doveva condii-
9 U. LEVRA, // colpo di stato cit. Sulle tesi sostenute da Levra si veda la recensione fatta al volume da ALBERTO AQUABONE, in Rassegna storica del Risorgimento, a. LXIII (1976), f. I, pp. 78-81. Sulla stessa linea di Levra si pone l'articolo di Lucio D'ANGELO, Alcune considerazioni sulla crisi italiana di fine secolo (1896'1900), in Cultura e scuola, ottobre-dicembre 1975, pp. 84-93.
10> LUIGI PELLOUX, Quelques souvenirs de ma vie, a cura e con introduzione di GA­STONE MANACORDA, Roma, Isti luto per la storia del Risorgimento italiano, 1967, p. LVIL
"> Ibidem, p. LXII.
a Ibidem, p. LXVI.