Rassegna storica del Risorgimento

PARLAMENTO ITALIANO OSTRUZIONISMO 1897-1900
anno <1977>   pagina <423>
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Ostruzionismo parlamentare
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parlamento se non si tiene conto del fatto che Pelloux aveva ereditato tatto il malcontento che da anni si andava accumulando sul governo e la classe poli* tica. Egli aveva il torto di apparire quasi un traditore nel momento in cui mo­strava di voler fare una politica di destra dopo essersi presentato come uomo di sinistra a capo di un gabinetto formato da uomini di sinistra.19)
Indubbiamente Pelloux pagava per una crisi che preesisteva a lui e che egli subiva nella sua logica evoluzione. Il governo, invece di provvedere ai bisogni che avevano determinato la crisi del paese, tentava di soffocare i movi­menti che coagulavano intorno a loro il malcontento della piazza, illudendosi di estirpare l'uno soffocando gli altri. Terapia illusoria come dimostrarono i fatti. A nostro giudizio comunque il disegno di legge governativo era in sé tale da giustificare pienamente l'opposizione ad esso non solo dell'Estrema ma anche di giuristi ed nomini politici moderati. Era evidente che si mirava con esso a rafforzare il potere esecutivo; ma demolire le garanzie di libertà non voleva per ciò stesso dire rafforzare l'esecutivo la cui debolezza derivava non dalle libertà accordate, ma dalla inconsistenza politica.
Si limitava drasticamente il diritto di riunione, sottoponendolo ad libitum dell'autorità di pubblica sicurezza; si vietavano le associazioni genericamente dirette a sovvertire per vie di fatto gli ordinamenti sociali o la costituzione dello Stato >; si vietava sotto qualunque forma la ricostituzione delle associa­zioni disciolte; si vietava lo sciopero dei dipendenti pubblici punendo con l'arresto fino ad un anno gli impiegati, agenti ed operai addetti ad un pubblico servizio dipendente dallo Stato, anche se esercitato per mezzo di privati assun­tori, che in numero di tre o più e previo concerto, abbandonino il proprio ufficio o incarico, od omettano di adempierne i doveri in modo da impedire o turbare il regolare andamento del pubblico servizio . Si condannavano a ces­sare le pubblicazioni tutti i fogli che non avessero grossi finanziatori alle spalle e incorressero per la seconda volta in un anno nella condanna per reato di azione pubblica >, perché la legge li obbligava a depositare una forte cauzione. In caso di nuova condanna il giornale incorreva poi nella censura preventiva e non poteva essere distribuito se non erano passate due ore dalla consegna della prima copia all'autorità competente, con ritardo nelle vendite e nuovo danno economico.
Davanti alle limitazioni illiberali del diritto di riunione, di associazione e di stampa, davanti a una proposta di legge che voleva inserire stabilmente nel nostro ordinamento, in un momento in cui mancava una motivazione immediata e valida, norme più severe di quelle che erano state approvate in passato come eccezionali e transitorie in tempi gravidi di pericolo, l'opposi­zione prese una chiara e inequivocabile posizione di condanna-Fino a maggio del '99 la lotta contro i provvedimenti politici fu limitata all'Estrema che, di nuovo unita di fronte al pericolo della reazione, dai banchi della Camera e dalle colonne dei suoi giornali, diede battaglia dal momento della presentazione dei disegni di legge. La sinistra costituzionale di Giolitti e Zanardelli, che ancora appoggiava il ministero, tenne invece una posizione
I9> GIACOMO PSBTXCOMK, // regime parlamentare alla svolta del secolo, in Storia e politica, a. Vili (1969), n. 2, pp. 219-221. Sulla storia parlamentare dell'ultimo decennio del secolo è uscito di recente un volume di MARCO SACRESTANI, Italia di fine secolo. La lotta politico-parlamentare dal 1892 al 1900, Bologna, Forni Editore, 1976.