Rassegna storica del Risorgimento

PARLAMENTO ITALIANO OSTRUZIONISMO 1897-1900
anno <1977>   pagina <424>
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Anna Morìa Isastia
tneno chiara. Pur formulando crìtiche e affermando la necessità di modifiche, votò per il passaggio alla discussione degli articoli, fidando su futuri emenda­menti. Appoggio completo al ministero diedero invece i gruppi del centro destra capeggiati da Sonnino al quale del resto Pelloux, consapevole dello scollamento che il varo dei provvedimenti politici stava provocando tra le varie forze che lo avevano fino allora appoggiato e alla ricerca di una nuova mag­gioranza, aveva cominciato ad avvicinarsi fin dal mese di febbraio. Sempre più sotto l'influenza dello statista toscano, Pelloux si staccò dalla sinistra costitu­zionale fino a provocare una crisi extraparlamentare che si risolse in un netto spostamento a destra del governo. Così il Pelloux commentava Farini è giunto a fare un ministero come, dal 1876 in poi, non vi fu mai l'uguale di tendenze, origini, propositi conservatori! Dicono che il Sonnino sia stato il ma­nipolatore, il Deus ex machina di tutto. Se è vero, ha cercato di preparare a sé la successione, in veste di liberale, a questi ultra conservatori . -201
Giolitti, che aveva cercato fino all'ultimo di non perdere il controllo del ministero, reagì passando decisamente all'opposizione, facendo leva sulla que­stione cinese per non apparire, lui, lo sconfitto. Zanardelli, presidente della Camera dal 17 novembre 1898, rassegnò le dimissioni il 25 maggio, nel mo­mento in cui il secondo gabinetto Pelloux, appoggiato da Sonnino, si presen­tava all'assemblea per ottenerne la fiducia, in segno di protesta per il modo in cui la crisi di governo, apertasi il 3 maggio, si era svolta e contro la desi­gnazione regia dei ministri. Contrario al governo era anche di Rudinì maggior­mente propenso a provvedimenti eccezionali provvisori che non ad una sostan­ziale alterazione delle libertà civili.
Con la ripresa della discussione in seconda lettura dei provvedimenti poli­tici la maggioranza si sarebbe trovata davanti ad una opposizione che aveva la coscienza di rappresentare la gran parte del paese e avrebbe in ogni modo, con ogni mezzo, fatto valere le sue ragioni. Con l'ostruzionismo il parlamento rivendicò la sua funzione contro il prepotere del governo che, dai tempi di Crispi, si era rafforzato a danno dell'assemblea elettiva. Solo con la riafferma­zione del primato del parlamento gli istituti liberali potevano riprendere slancio ed è di estremo interesse vedere con quali mezzi una minoranza organizzata e sicura di dover difendere le libertà conculcate riuscì a bloccare una mag­gioranza miope, incapace di afferrare i mutamenti sopravvenuti nella società, aggregando alla fine nelle sue file la sinistra costituzionale, concorde nello scopo anche se non sempre nei metodi e con la sua azione durata quasi un anno riusci alla fine a disgregare una maggioranza pur numericamente forte ottenendo nelle elezioni l'avallo della sua azione.
Ma la lunga lotta condotta in parlamento mutò profondamente anche i vincitori. Socialisti e repubblicani, dopo aver combattuto il sistema si erano trovati in prima linea a proteggerlo e, in opposizione alla classe politica al
2) DOMENICO FARINI, Diario di fine secolo, a cura di EMILIA MORELLI, Roma, Bardi, 1962, voi. II, pp. 1499-1500. Particolarmente duro il giudizio di Farini sulla scelta di Bo-nasi come ministro di grazia e giustizia a segno a dir poco della incoscienza del Pel­loux y> (ivi) che egli descrive come un a ultra conservatore, tinto alla pece clericale, d'una famiglia già amica e protetta dal duca di Modena! . Nell'uomo d'ordine faceva capo­lino ogni tanto il democratico anticlericale.