Rassegna storica del Risorgimento
PARLAMENTO ITALIANO OSTRUZIONISMO 1897-1900
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1977
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Ostruzionismo parlamentare
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un espediente del governo per togliersi da una posizione difficile e se il con* cederlo è la sanzione di questa impotenza, noi non vorremo certamente negare ciò che confessate voi stessi .42) Dopo Zanardelli prese la parola Giolitti, deplorando anch'egli la politica del governo, sottolineando come da due anni non si facesse più la discussione dei bilanci e rilevando il disagio economico di gran parte d'Italia cui nessuno si proponeva di provvedere.43*
Chiusa la discussione, il presidente lesse l'ordine del giorno presentato da Pantano e firmato da altri 46 deputati nel quale, ancora una volta, si chiedeva di proseguire l'esame dei bilanci nelle ore pomeridiane rinviando alle antimeridiane la discussione dei provvedimenti politici alternata con quella di altri progetti all'ordine del giorno. Votato per alzata e seduta non fu approvato. Un secondo ordine del giorno prevedeva il voto di fiducia al governo espressamente legato da Pelloux a quello sull'esercizio provvisorio. Zanardelli, Giolitti e Fortunato parlarono per negare al ministero la loro fiducia e la richiesta votazione nominale vide 88 deputati rispondere no, ma l'ordine del giorno fu tuttavia approvato a larga maggioranza. Subito dopo si fece una terza votazione, questa a scrutinio segreto, sull'esercizio provvisorio che fu approvato con 203 voti a favore e 85 contrari. I tre voti di differenza appartenevano sicuramente a Giolitti, Fortunato e Zanardelli che avevano precedentemente dichiarato il loro voto a favore considerando il disegno di legge una necessità amministrativa.
Alle otto la seduta ebbe termine per riprendere il giorno seguente con ima interrogazione di Morgari a Salandra, ministro di agricoltura e commercio per sapere se egli intenda di presentare un disegno di legge per l'istituzione di Camere del lavoro, provvedimento divenuto indispensabile, viste le attuali leggi reazionarie che tendono a sopprimere negli umili i mezzi di organizzare dette Camere > e una seconda per sapere se intenda presentare un disegno di legge per regolare la durata normale della giornata di lavoro, anche in vista delle leggi reazionarie che conducono a togliere alle classi lavoratrici i mezzi legali per regolare da sé la giornata di lavoro . La risposta del ministro fu ovviamente negativa per entrambe le interrogazioni né d'altronde Morgari si prefiggeva altro scopo se non di dimostrare che la classe dirigente non voleva fare riforme.
Pungolata da Zanardelli la maggioranza decise finalmente di prendere la parola. Parlò per primo Grippo, il relatore della Commissione, replicando allo statista bresciano e giustificando le disposizioni del disegno di legge; poi prese la parola Boriasi, ministro di grazia e giustizia, per difendere la costituzionalità dell'articolo 1. Dopo questi interventi, chiesta e appoggiata la chiusura della discussione sul primo articolo, si passò allo svolgimento degli emendamenti,
legge 19 luglio 1894 n. 316, disponeva in ordine al domicilio coatto, alle associazioni e riunioni sovversive e alla militarizzazione del personale ferroviario, postale e telegrafico.
4?) A.C., Dss., XX, 2* tornata del 14 giugno cit., p. 4333.
43) I discorsi di Giolitti e Zanardelli furono aspramente criticati dal Corriere della Sera che giudicò l'Intervento dello statista bresciano un insieme stentato, scucito, che fa pena agli stessi suoi amici, né ha avuto alcuna efficacia per l'assemblea . Quanto a Giolitti, egli avrebbe eccitato a l'assemblea combattendo il Ministero con frasi ed argomenti che [avevano riscosso] le approvazioni dei radicali . Dal Corriere di giovedì 15 giugno.
W A.C., Dss., XX, 2* tornata del 15 giugno 1899, p. 4427.
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