Rassegna storica del Risorgimento

PARLAMENTO ITALIANO OSTRUZIONISMO 1897-1900
anno <1977>   pagina <439>
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. Ostruzionismo parlamentare 439
non suscettibili di innovazioni, per rispettare i diritti delle minoranze ed il retto funzionamento delle assemblee; dall'altra invece si propugnava il prin­cipio contrario, in nome della sovranità delle Camere, sostenendo che il regola­mento non poteva limitare o frenare la potestà legislativa o regolamentare dell'assemblea. Su questa linea, discutendosi sulle modifiche al regolamento, il 29 marzo del 1900 Pelloux avrebbe sostenuto che è certo che se c'è una questione, nella quale la Camera abbia un potere illimitato, è certamente la questione del suo regolamento interno , con ciò affermando che la maggio­ranza poteva farne l'uso che voleva piegandolo alle proprie esigenze del momento.
Sonnino comunque si proponeva, con l'approvazione di questo articolo aggiuntivo, di mettere il bavaglio all'opposizione, levandole di mano tutte le armi che fino a quel momento l'Estrema aveva saputo molto ben usare. E per impedire che l'ostruzionismo si spostasse dai provvedimenti politici all'articolo che modificava il regolamento della Camera, aveva già previsto, nella proposta di aggiunta, una discussione non superiore ai trenta minuti seguita subito dalla votazione. Ma era evidente che la minoranza, che tanto abilmente stava com­battendo contro i provvedimenti politici, tanto più avrebbe dato battaglia su una questione che ne avrebbe decretato la morte.
Ricalcando la procedura già seguita, l'Estrema presentò sulla proposta di modifica al regolamento la pregiudiziale prima e subito dopo la sospensiva. Sulla pregiudiziale parlarono il repubblicano Pansini e Col a Janni ai quali replicarono Prinetti, il relatore di maggioranza Cambray-Digny e il relatore di minoranza Sacchi.
Ferri chiese la votazione nominale sulla pregiudiziale che diede 30 voti a favore e 225 contro. Lo zanardelliano Nicolò Gallo aveva precedentemente motivato il voto contrario della sua parte affermando che non si potevano approvare i metodi dell'Estrema sinistra. Siamo concordi nello scopo affermò ma discordi nei metodi; ... non ci possiamo prestare a certe modalità di di­scussione che, secondo noi, compromettono dai cardini il principio che vo­gliamo rispettato . *
Sulla sospensiva presero la parola Mazza, Ferri e il relatore di maggio­ranza; la successiva votazione nominale, chiesta da Pantano, diede esito sfavo­revole, ma fornì all'Estrema una nuova arma per fomentare disordini e rallentare i lavori. Il presidente aveva dato per astenuti 16 deputati di cui 12 non avevano risposto alla chiamata, considerando tra costoro coloro che avevano domandato la votazione nominale e poi erano usciti dall'aula senza avere votato. La do­manda, però, era stata fatta oralmente e quindi il presidente non aveva la possi­bilità di accertare legalmente i nomi dei richiedenti, secondo Ferri, che sollevò una questione di interpretazione del regolamento in opposizione a quanto sosteneva China glia.
La discussione, interrotta per l'ora tarda, venne ripresa con estrema viru­lenza il giorno seguente. Parlò per primo Barzilai sostenendo di essersi assen­tato per gran parte del pomerìggio precedente e di non aver quindi preso parte alla votazione; leggendo il resoconto sommario aveva invece scoperto di essere stato iscritto tra gli astenuti e chiedeva spiegazioni. In Benso analogo parlarono Credaro, De Felice Giuffrida, No fri, Bi sgolati, Prampolini, Vendemmi, Gara-vetti, Pala, Valeri, Beduschi, Celli. Si accusò la presidenza di aver commesso
5) A.C., Dss., XX, 2* tornata del 21 giugno 1899, p. 4700.