Rassegna storica del Risorgimento
PARLAMENTO ITALIANO OSTRUZIONISMO 1897-1900
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1977
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Ostruzionismo parlamentare
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Ma la tensione in parlamento aveva ormai raggiunto l'apice e il presidente della Camera era esposto a violenti attacchi dai quali non poteva difendersi; inoltre gli ostruzionisti, ben decisi a non permettere le modifiche al regolamento, avevano iniziato una nuova tattica tendente a bloccare ogni atto della Camera. Chiedere l'appello nominale per una variante al processo verbale, un secondo per l'approvazione di esso, un terzo, un quarto e via di seguito su qualunque proposta all'ordine del giorno, il rinvio di un disegno di legge ad una piuttosto che ad un'altra Commissione e via all'infinito. Tutto ciò giustificava a pieno, secondo una parte della stampa, le decisioni maturate, delle quali non si negava la gravità pur cercando di minimizzarne la portata.
Questi i fatti, ma al di là di essi esisteva una precisa volontà politica di Sonnino che da tempo aveva maturato la sua soluzione della crisi. Già durante le consultazioni di maggio per la formazione del nuovo ministero aveva consigliato al re e a Pelloux di ridurre i provvedimenti politici all'essenziale 6I* e a metà mese aveva illustrato a Bonasi le modifiche da lui apportate ai provvedimenti politici ridotti ad otto articoli. Il tre giugno, dopo un solo giorno di ostruzionismo, Sonnino aveva già chiaro il progetto di emanare per decreto regio le nuove disposizioni621 ed il 22, di fronte all'incertezza di Pelloux, ancora restio a procedere per decreto sebbene il Consiglio dei ministri lo avesse autorizzato in tal senso fin dal 16 giugno, a> Sonnino minacciava di levargli l'appoggio parlamentare.64*
* SIDNEY SONNINO, Diario 1866-1912, a cura di BENJAMIN F. BROWN, Bari, Laterza, 1972, voi. I, pp. 404 e 408.
3 giugno. Consigliato:
1) Amnistia 4 giugno.
2) Testo concordato (martedì 6 giugno).
3) Esercizio provvisorio (mercoledì 7 giugno).
4) Decreto reale:
a) 1 luglio testo concordato si applica;
b) si presenta subito al parlamento . (Ibidem, p. 418).
* U. LEVRA, Il colpo di stato cit., p. 336.
64) g 22 giugno. Consegnata a Salandra perché la consegnasse a Pelloux se non si decideva. Egli me la ritorna il 23 giugno 1899:
Roma, 22 giugno Caro Pelloux,
Non so più reggere allo spettacolo di continuata apatia e di incoscienza di cui il ministero sta dando prova di fronte ad una situazione gravissima, che esso stesso ha creata.
In tali condizioni e visto che il governo non sa indicare alcuna pratica soluzione e non ha l'energia di prendere esso l'iniziativa di rompere il circolo vizioso in cui si dibatte la Camera e di salvare con il prestigio e il decoro delle istituzioni, ritengo dovermi disimpegnare completamente dal ministero, non volendo partecipare in alcun modo alla responsabilità del prolungamento di uno stato di cose che riprovo come esiziale pel paese.
Mi considero quindi da oggi in là assolutamente libero da ogni vincolo di solidarietà col ministero, e mi regolerò via via secondo quello che mi parrà meglio nell'interesse della cosa pubblica.
Mi è sembrato dovere, per obbligo di lealtà, avvisarti di quanto sopra. Ciò non altera l'amicizia personale, che nulla ba che fare con quella politica.
Ti stringo la mano
aiT.mo Sidney Sonnino (Dal Diario cit, pp. 418-419).