Rassegna storica del Risorgimento
PARLAMENTO ITALIANO OSTRUZIONISMO 1897-1900
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1977
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Anna Morìa Isastia
questo secondo caso, si sarebbe potuto controllare se esisteva il numero legale. Di fronte alle insistenze di Taroni, però, il presidente dovette far procedere alla chiama. Verificata l'esistenza del numero legale, prese la parola Prampolini per dichiarare che il verbale della seduta precedente non doveva essere approvato per significare che la Camera nega la sua cooperazione ad un Governo, che viola lo Statuto 81> e per chiedere, di conseguenza, una seconda votazione nominale.
Le parole di Prampolini suscitarono vivaci proteste al centro e a destra e la reazione immediata di Chinaglia che, rifiutandosi di dar seguito alla richiesta del deputato socialista, fece approvare il processo verbale per semplice alzata, suscitando, a sua volta, le proteste vivacissime dell'Estrema sinistra, mentre a destra e al centro si applaudiva.
Chinaglia dichiarò di aver interpretato lo spirito del regolamento, Pantano replicò che il giorno in cui nella presidenza anziché un appoggio i deputati di sinistra avessero visto una opposizione all'esercizio dei loro* diritti ci sentiremmo autorizzati a dirvi che, spezzate ieri coi decreti legge le tavole dei plebisciti, e soppresso oggi dal Presidente il diritto alla difesa, la ribellione sarebbe legittima .82)
Prampolini chiese nuovamente la votazione nominale, Chinaglia la negò e Pantano gli urlò di andar via dal posto che occupava indegnamente. Ormai quasi tutti i deputati erano in piedi, molti erano scesi nell'emiciclo, chi urlava da una parte, chi rispondeva dall'altra. Dopo una sospensione di un quarto d'ora la seduta riprese con una precisazione di Chinaglia che tentò nuovamente di giustificre il suo comportamento, mentre a sinistra si continuava ad insistere nella richiesta di votazione nominale.
Il presidente, in mezzo al tumulto e all'agitazione, tentò di procedere alla chiamata per la votazione a scrutinio segreto di alcuni disegni di legge discussi la mattina, ostacolato da parecchi deputati dell'Estrema che impedivano agli altri settori della Camera di votare. Per la seconda volta Chinaglia dovette sospendere la seduta. Alla ripresa la situazione non era, però, mutata. Da sinistra si insisteva nella richiesta di rispettare il regolamento e di procedere alla votazione nominale e a gran voce si chiedevano le dimissioni di Chinaglia. Pantano elencò tutta una serie di infrazioni al regolamento: era stato negato alla sinistra il diritto alla votazione nominale, era stato invertito l'ordine del giorno senza il consenso della Camera facendo precedere le votazioni alle interrogazioni, si era passati alle votazioni senza tener conto che l'Estrema intendeva chiedere, a norma di regolamento, che non si votassero più di tre leggi per volta. Per tutte queste ragioni, concludeva Pantano, la votazione non può aver luogo senza compiere un nuovo atto di violenza, contro di noi, che non siamo stati provocatori, ma difensori dei nostri diritti e quindi ci ribelliamo .8
Replicò nuovamente Chinaglia motivando il suo operato e facendo notare che i quaranta minuti destinati alle interrogazioni erano trascorsi tra clamori e disordini e dicendosi pronto a far votare solo tre leggi. Ma il problema ovvia* mente non era questo e nell'atmosfera ormai rovente, mentre Chinaglia continuava a negare la votazione nominale sul processo verbale della seduta pre-
80 A.C., Dss., XX, 2* tornata del 30 giugno 1899, p. 4877. S3 Ibidem, p. 4878. "> Ibidem, p. 4881.