Rassegna storica del Risorgimento

GUERRA MONDIALE 1914-1918; ITALIA POLITICA 1915-1916; NAZIONALI
anno <1977>   pagina <450>
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Raffaele Molinelli
avevano fatto in passato in favore della causa irredentista, dalla campagna contro F intedescamento del Garda, fatta da Federzoni nel 1909, a quelle successive sulla slavizzazione dell'Istria e della Dalmazia; campagne che, a loro dire, avevano posto sistematicamente l'irredentismo come un problema di forza na­zionale non già come un numero sentimentale del rumoroso caffè-concerto demagogico , caratteristico dell'irredentismo dei gruppi massonici, repubblicani e democratici in genere. Minimizzarono, inoltre, quell'episodio filotriplicista, facendolo passare per un atteggiamento possibilista e di alto e responsabile realismo politico nazionale. Ma la spugna più efficace che essi poterono passare su quel fatto fu, a nostro avviso, il comportamento di loro tutti, capi o gregari che fossero, di fronte alla guerra, non solo predicata, ma fatta e, di persona, pagata.
I principali esponenti del movimento, giovani ed anziani, si arruolarono volontari, ad esempio, Federzoni, Corradini,2) Maraviglia. Alcune figure rappre­sentative del mondo nazionalista cadevano sul campo: Negrotto,3) Venezia,4) Fauro,5) Altre, come Castellini65 e lo stesso Federzoni,7) si coprivano di valore; infine, tanti, sconosciuti militanti della periferia, sacrificavano al fronte la loro vita.
La guerra aveva ben presto scompaginato le organizzazioni nazionaliste perché i giovani, che ne avevano costituito la maggioranza e la forza, erano andati tutti sotto le armi, chiamati o volontari. Molti gruppi, di fatto, non esi­stevano più. e altri avevano avuto un'altissima proporzione di caduti già nei primi mesi di guerra.8) Giustamente, perciò, un cronista del movimento poteva scrivere, dopo la fine del conflitto, che la partecipazione alla guerra di tutti i nazionalisti validi , aveva fatto sì che i gruppi si fossero sciolti o ridotti a pochi anziani, i quali non erano stati certamente sufficienti a mantenere in vita una vera e propria organizzazione di partito come unità organica attiva e fattiva.9*
Per tutto questo, quell'accusa, che di quando in quando gli avversari politici
2> Era partito volontario come autista, ma ben presto era tornato alla vita civile nella quale riteneva di essere più utile al paese (F. MARTINI, Diano (1914-1918), Milano, 1966, p. 494).
3) Studioso di problemi militari, fu il primo dei caduti nazionalisti (L'Idea nazionale, 22 febbraio 1916, art. e I nostri caduti ; vedi pure E. DE Rossi, La vita di un ufficiale italiano sino alla guerra, Milano, 1927, cit. in P. MELOGRANI, Storia politica della grande guerra, 1915-1918, Bari, 19713, pp. 37-38).
4) Triestino, professore universitario a Bologna, volontario a 54 anni, moriva sul Carso nel novembre 1915 (S. CILIBRIZZI, Storia parlamentare politica e diplomatica d'Italia da Novara a Vittorio Veneto, voi. V, Milano-Genova-Roma-Napoli, 1934, p. 265).
Moriva sul Pai Piccolo il 14 settembre 1915. Sulla sua attività nel periodo della campagna interventista vedi R. MOLINELLI, op. di.
6> Moriva in Francia di malattia nel giugno 1918; più volte decorato e promosso per merito di guerra. Sulla sua attività militare vedi G. CASTELLINI, Tre armi di guerra, Mi­lano, 1919 e MUSEO DEL RISORGIMENTO MILANO, Archivio Castellini, cart. 6, n. 2065, o.d.g. n. 48 prot. 14120 del 23 agosto 1917 del Comando 56* Div. di Fanteria.
7) Sulla sua vita militare vedi V. CIAN, Luigi Federzoni, Piacenza, 1924, pp. 45-46.
*) H gruppo di Pesaro in meno di 9 mesi di guerra aveva avuto 6 caduti, quasi il 10 degli iscritti (L'Idea nazionale, 22 febbraio 1916).
9> U. GUGLIELMOTTI, L'azione politica del nazionalismo dal 1914 al 1920, Roma, 1921, p. 5.