Rassegna storica del Risorgimento
GUERRA MONDIALE 1914-1918; ITALIA POLITICA 1915-1916; NAZIONALI
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1977
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/ nazionalisti maggio '15-giugno '16 451
rispolveravano, era solo una specie di ritorsione polemica contro il loro oltranzismo per una condotta più dura e decisa della guerra e contro il loro costituzionale e pervicace imperialismo volto, potenzialmente, verso ogni direzione; non era, non voleva e non poteva essere un porre in dubbio l'autenticità del loro patriottismo e la loro lealtà alla causa della guerra e della vittoria.
Nel tributo di sangue pagato a questa causa notevole fu l'apporto dei nazionalisti delle terre irredente, lasciate, da alcuni, prima della guerra, per sottrarsi al dominio austriaco, e, da moltissimi, nel periodo della neutralità, per parte* cipare alla campagna interventista. Molti di loro, come Castellini, Foscari, Capirà, Marchetti, erano divenuti, già prima della guerra, personaggi di primo piano del movimento nazionalista; altri, come Fauro ed Alberti, lo divennero nel periodo dell'interventismo. Tutti insieme, poi, in questo momento di lotta, avevano dato vita, con altri fuorusciti irredenti e con nazionalisti regnicoli e loro simpatizzanti, ad associazioni irredentistiche che si ponevano anche obbiettivi imperialistici.1
Nei primi giorni di guerra la stampa nazionalista, presa dall'entusiasmo dell'ora, si dedicava soprattutto a celebrare l'avvenimento e a galvanizzare il paese di fronte alle responsabilità che esso comportava. La celebrazione della guerra veniva fatta, in questo momento, in una chiave tutta patriottica, di tono risorgimentale, e lasciava cadere, invece, ogni accento imperialistico. La guerra italiana era la ripresa di quella secolare contro l'Austria: la quarta guerra della nostra indipendenza . lu Oltre questo genuino fervore patriottico, la stampa e la propaganda nazionalista cercavano di infondere al paese la coscienza della sua forza e delle sue virtù, che si stavano rivelando all'altezza del grande momento storico .
Esse mettevano in evidenza come una nazione che poteva sembrare impulsiva, scettica, pronta ad accendersi e a scorarsi subitamente si stesse rivelando,, invece, serena, disciplinata, fiduciosa e capace di esprimere al momento opportuno energie tecniche e morali insospettate; come la migliore prova in tal senso stesse dandola proprio il popolo lavoratore, che aveva riscoperto la sua docilità e la sua obbedienza alla patria . E con ciò invitavano la borghesia ad acquistare una maggiore coscienza dei suoi doveri per non farsi superare dalla bontà del popolo e perdere così ogni diritto a restare classe dirigente.I2)
La stampa nazionalista constatava, pure, con piacere come anche l'alto clero stesse facendo il suo dovere patriottico e metteva in evidenza come l'episcopato avesse assunto una posizione nazionale, autonoma da quella della S. Sede, realizzando così una situazione da sempre auspicata dal movimento nazionalista italiano. Il mondo cattolico nazionale, essa commentava, non poteva prescindere dai sentimenti e dagli interessi del paese, così come lo Stato non poteva obliare il sentimento religioso, una delle forze sociali più possenti, che andava perciò guidata, incanalata, utilizzata .I3) E qui il fervore patriottico di parte del-
Ifl) Vedi sull'argomento R. MONTELEONE, La politica dei fuorusciti irredenti nella Guerra Mondiale, Udine, 1972, pp. 18-20, 22, 26-28, 30, 37-38, 42, 45, 54, 60.
M) L'Idea nazionale, 25 maggio 1915, art. La quarta guerra dell'indipendenza . La Tribuna l'aveva chiamata oc l'ultima guerra dell'indipendenza (24 maggio).
,2) Videa nazionale, 30 maggio 1915, art. Il nostro popolo ; 1 giugno 1915, art. ce Entusiasmo italiano e tenacia romana ; 22 luglio 1915, art. II dovere della borghesia .
!*) Ivi, 28 luglio 1915, art. L'episcopato italiano e la guerra . L'articolo aveva tratto occasione dalla pubblicazione dell'opuscolo L'episcopato italiano e la guerra, Padova,