Rassegna storica del Risorgimento
GUERRA MONDIALE 1914-1918; ITALIA POLITICA 1915-1916; NAZIONALI
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Raffaele Molinelli
l'episcopato italiano offriva l'occasione ai nazionalisti di dimostrare ancora il loro filocattolicismo sempre tatto politico e strumentale.14)
Di pari passo con la glorificazione della guerra e l'opera di rafforzamento del morale del paese si svolgeva sulla stampa nazionalista, nei primi mesi di guerra, la campagna contro le accuse austro-tedesche di tradimento rivolte all'Italia. Di concerto con rutta la stampa nazionale, con l'opera della diplomazia e del governo, i giornali nazionalisti cercavano di ritorcere le accuse rinfacciando agii Imperi centrali il non rispetto nei confronti dell'Italia degli obblighi della Triplice Alleanza, per la dichiarazione di guerra alla Serbia a nostra insaputa e contro la nostra volontà, e per il mutamento dello status quo balcanico senza offerta di compensi.
L'Austria e la Germania, scriveva Videa nazionale, erano rimaste sorde tanto ai richiami degli obblighi sanciti dai trattati, quanto all'appello della superiore giustizia delle nazioni . E con questa posizione chiarita dalle frasi successive che esporremo, i nazionalisti, atteggiandosi, come il loro solito, a spregiudicati realisti politici, non si accorgevano di annullare il valore giuridico e morale dell'atteggiamento italiano e di giustificare l'azione delle due ex alleate. Così proseguiva, infatti, il quotidiano nazionalista, scoprendo ora, proprio inopportunamente, tutto il suo nativo cinismo politico ammantato di giuste aspirazioni: In verità al di sopra delle prescrizioni del diritto positivo vige per le nazioni un diritto storico, che costituisce un limite naturale ed umano al rispetto di tutti i trattati. Ogni convenzione internazionale diventa nulla ipso iure quando sorge la possibilità di realizzare una giusta aspirazione nazionale, soprattutto quando si tratta di integrare il territorio nazionale .16)
Di fronte alle dure accuse austro-tedesche i nazionalisti reagivano rabbiosamente chiedendo la guerra anche contro la Germania, ma per il momento non insistevano troppo in questo atteggiamento; nelle sfere di governo, d'altronde, la questione veniva ritenuta ancora del tutto inopportuna.lTi Alle aspre rampogne contro gli ex alleati i nazionalisti univano gli attacchi ai neutralisti, ai bulowiani , anche perché avevano avuto ora sentore di un progetto per la costituzione di un trust giornalistico di ispirazione giolittiana.18) Alla stampa più o meno vicina a Giolitti che reagiva affermando l'inopportunità di tali
1915. Sull'argomento vedi pure / vescovi d'Italia e la guerra, Roma, s.d. (ma 1916) e A. MONTICONE, / vescovi italiani e la guerra 1915-1918, in Benedetto XV i cattolici e la prima guerra mondiale, Roma, 1963, pp. 627-660.
M) Sull'argomento vedi R. MOLINELLI, Per una storia del nazionalismo italiano, Urbino, 1966, pp. 135-146.
* Vedi il discorso di Salandra in Campidoglio del 2 giugno 1915 (A. SALANDRA, / discorsi della guerra, Milano, 1922, pp. 35-56).
1*) N. del 24 maggio 1915, art. La giusta guerra .
1?) Vedi le dichiarazioni di Sonni no agli ambasciatori inglese e francese in data 6 e 7 luglio 1915 (S. SONNINO, Diario 1914/1916, voi. II, Bari, 1972, pp. 172-173) e quelle di Salandra a Malagodi del 30 novembre 1915 (0. MÀLACODI, Conversazioni della guerra, 1914-1919, tomo 1, Da Sarajevo a Caporetto, Milano-Napoli, 1960, p. 74).
,8) F. Martini nel Diario alle date del 4 luglio e 27 agosto 1915 parla dell'argomento dicendo che E. Corradini gli aveva mostrato una lettera di Perrone, uno degli industriali che sovvengono L'Idea nazionale , nella quale si riferiva del progetto di un trust giornalistico, fra La Stampa, la Fiat ed altri, di ispirazione giolittiana, antisalandrina e pacifista (pp. 478, 520). Vedi pure L. ALBEBTINI, Epistolario 1911-1926, Milano, 1968, p. 388 (lettera di Nicola D'Atri in data 31 agosto 1915).