Rassegna storica del Risorgimento

GUERRA MONDIALE 1914-1918; ITALIA POLITICA 1915-1916; NAZIONALI
anno <1977>   pagina <455>
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I nazionalisti maggio '15-giugno '16
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deQo sviluppo industriale italiano, ma entro i limiti imposti dalla concorrenza tedesca: essa era stata l'organismo di espansione germanica in Italia, alla quale l'alleanza politica della Trìplice aveva aperto le porte e che il giolittismo aveva confermato e consolidato. Bisognava ora, perciò, condurla ad una fun­zione nazionale liberandola dal capitale e dagli uomini della direzione te­desca.26) Questo era l'unico obbiettivo che i nazionalisti dicevano di voler raggiungere, difendendosi dalle insinuazioni degli avversari politici che li accu­savano di combattere la Banca Commerciale per favorire altri organismi ban­cari (la Banca Italiana di Sconto), sostenitori finanziari del loro movimento.27*
Diventava più aspra in quest'ultimo scorcio del 1915 anche la campagna contro i leaders neutralisti, nei confronti dei quali ci si rammaricava perfino di non poter applicare la pena capitale. A costoro ora si rimproverava o di desi­derare la sconfitta, o di voler accettare le proposte tedesche di pace, o di voler limitare la guerra alla sola Austria.28*
In questa campagna minatoria riemergevano le tendenze illiberali ed anti­parlamentari del nazionalismo italiano. Infatti la mancata punizione di delitti antinazionali, presunti tali o mai commessi, vecchi del maggio scorso o recenti, e l'impossibilità di prevenirli e di combatterli venivano imputate dai naziona­listi alla debolezza dello Stato italiano caratterizzato da una legislazione e da un regime politico, quello parlamentare, che lo privavano di ogni difesa. Non era lecito dimenticare, già ora, dicevano, che la rivoluzione del maggio dalla quale era uscita la nuova storia nazionale era stata, per la fortuna dell'Italia , soprattutto una rivoluzione antiparlamentare . E non si potevano tollerare quei delitti in nome della libertà: Ah, no; noi non crediamo alla libertà;
2*) Il capitale tedesco nella B.C.I., in quell'epoca, non sarebbe stato così rilevante come ritenevano o dicevano i nazionalisti (intervento di Leo Valiani al VT convegno degli storici italiani e sovietici - Venezia, 2-5 maggio 1974).
27) Sulla campagna della fine del 1915 contro la B.C.I. vedi L'Idea nazionale, 29 set­tembre 1915, art. ce Europa e Germania ; 10 ottobre 1915, art. Giolitti e la Banca Com­merciale ; 25 ottobre 1915, art. H signor Otto Joel, tedesco ; 26 ottobre 1915, art. Economia nazionale : 21 novembre 1915, art. ce La Banca Commerciale e la nostra azione ; 29 novembre 1915, art. ce Età servile ; 2 dicembre 1915, art. Per la libertà economica e politica per l'Italia ; 25 dicembre 1915, art. e Italiani e tedeschi in Italia ; sul progetto di sostituire il capitale tedesco con quello francese nella Banca Commerciale vedi il n. del 31 dicembre 1915, art. a Contro il cattivo italiano . Molti di questi articoli furono poi riprodotti in E. COHRADINI, La marcia dei produttori, Roma, 1916. La campa­gna contro la B.C.I. aveva fatto sorgere un contrasto tra la direzione e il presidente del consiglio di amministrazione dell'/dea nazionale, conclusosi con le dimissioni di questo (ATTI DEL PAH LAMENTO ITALIANO. Camera dei Deputati. Legislatura XXIV, voi. Vili, tornata del 10 dicembre 1915, la sessione, p. 8505).
Nello stesso torno di tempo veniva pure attaccata dalla stampa nazionalista l'attività di imprese economiche tedesche in Italia, ad esempio quella dell'Allgemeine Eleclricitats Gesellschaft (vedi L'Idea nazionale, 26 ottobre 1915, art. Fortezze tedesche in Italia -A.E.G. ).
Sull'attività delle imprese industriali e finanziarie tedesche in Italia, specialmente nel settore elettrico ed elettrotecnico, vedi G. Moni, Le guerre parallele. L'industria elet­trica in Italia nel periodo della grande guerra (1914-1919), in Studi storici, n. 2, 1973, pp. 292-372.
28) L'Idea nazionale, 18 novembre 1915, art, <c Libertà di tradire (l'articolo veniva censurato in molte parti); 16 agosto 1915, art. I nostri emigrati a Coblenza .