Rassegna storica del Risorgimento

GUERRA MONDIALE 1914-1918; ITALIA POLITICA 1915-1916; NAZIONALI
anno <1977>   pagina <456>
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456 Raffaele Molinelli
perché la nazione è al di sopra di tutto, anche e specialmente al di sopra della libertà .
L'atteggiamento antiparlamentare dei nazionalisti si manifestava, poi, assai chiaramente allorché essi chiedevano che le funzioni delle due Camere venis­sero contenute nello stretto limite amministrativo, lasciando ogni più largo con­trollo sull'andamento della guerra al potere esecutivo. Il parlamento italiano, costituito da una maggioranza ex neutralista, non costituiva un reale pericolo per il paese in guerra, dicevano, solo perché tutte le forze vive della nazione facevano buona guardia.30*
Era un atteggiamento, questo che abbiamo fin qui illustrato, dettato dalla sfiducia nelle forze operanti in quel parlamento, ma esso veniva più da lontano, da quel fondo reazionario che era costitutivo dell'anima del nazionalismo ita­liano, come ci attestano numerose espressioni della stampa nazionalista in questo periodo. Infatti a chi additava all'Italia l'esempio della Francia e del-l'Inghilterra essa replicava che la crisi militare di quei due paesi era da impu­tarsi esclusivamente al loro attivo parlamentarismo, all'opera insidiosa di disgregamento occultamente compiuta dallo spirito individualistico della demo­crazia ; e che semmai l'unico esempio da seguire era quello della Germania, ove l'attività del parlamento era stata sempre sottoposta all'attività del governo. Ogni occasione era buona, ora, per parlare di degenerazione e di malgoverno dei regimi parlamentari e per rivendicare la bontà delle tradizioni monarchiche, autoritarie e guerriere.31*
Questa reviviscenza antiparlamentare e reazionaria non poteva passare inos­servata anche perché era fatta per ritardare la convocazione del parlamento. Perciò qualche giornale avversario invitava il governo ad opporsi con la forza dell'autorità alla violenza della piazza , in difesa dell'ordine statale costituito, quello parlamentare; e suscitava l'ironia e lo sdegno dei nazionalisti, che rin­facciavano ai giolittiani di non aver saputo per un quindicennio difendere lo Stato dalla piazza sovversiva e che rivendicavano la bontà della loro azione, condotta solo contro i nemici della nazione e dello Stato.
D'altro canto, in verità, l'atteggiamento fortemente critico nei confronti del parlamento o addirittura antiparlamentare era proprio di quasi tutto l'inter­ventismo, anche dei suoi elementi più moderati.32) Lo spirito illiberale del nazionalismo veniva, poi, ovviamente, corroborato dalle dure contingenze della guerra che spingevano la stampa del movimento a richiedere provvedimenti di politica interna più drastici e una legislazione eccezionale che confiscasse tutti
29) Ivi, 8 settembre 1915, art. Responsabilità ; 18 novembre 1915, art. Libertà di tradire cit.
3QJ Ivi, 30 ottobre 1915, art. Esercito e parlamento ; 13 dicembre 1915, art. La finanza e il Parlamento (di A. Rocco).
31) Ivi, 22 agosto 1915, art. Lezione dura, ma necessaria ; 8 settembre 1915, art. e Rinnovamento (a proposito della Conferenza nazionale russa); 14 settembre 1915, art. a II miracolo (per il secondo anniversario della battaglia della Marna); 12 ottobre 1915, art. a Spiritò eroico ; 1* novembre 1915, art. oc Guerra e parlamentarismo .
3?) Vedi, ad esempio, gli scritti di L. Albertini sul Corriere della Sera nei giorni della crisi del governo Salandra nel giugno 1916, ohe D'Annunzio così commentava: a Ottimi j tuoi articoli antiparlamentari. Faremo una bene ordinata rivoluzione, quando il tempo sia maturo ; e che Ugo Ojetti definiva la tua rivolta antiparlamentare (L. ALBERTINI, Epistolario 1911-1916, voi. II cit, pp. 606, 609).