Rassegna storica del Risorgimento
GUERRA MONDIALE 1914-1918; ITALIA POLITICA 1915-1916; NAZIONALI
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1977
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458 Raffaele Molinelli
e per divenire tutori della libertà del Mediterraneo dall'invadenza germanica, ) E tutto ciò veniva chiesto schernendo, al solito, gli umanitari interventisti democratici e con toni che gli avversari qualificavano da nazionalismo da caffé > o come retorica nazionalista .
Agli alleati dell'Italia i nazionalisti rimproveravano di non aver fatto nei Balcani una politica decisa e spregiudicata, impastoiati come erano nelle demo* erotiche convinzioni giuridico-sen ti mentali delle autonomie nazionali e della libertà astratta dei popoli: il loro filoellenismo aveva fatto schierare la Bulgaria dalla parte degli Imperi centrali, la loro politica fondata sull'illusione di un accordo fra le nazioni balcaniche era fallita per le profonde rivalità e gli odii esistenti tra le nazionalità della penisola. Era necessario, perciò, mutare politica, dismettere le ideologie democratiche e nazionali tari e e prendere una buona volta l'iniziativa militare; non si doveva fare affidamento sulla diplomazia, nei confronti dei paesi balcanici ancora neutrali, ma sulle azioni di guerra, fermando l'avanzata austro-tedesca e trascinando quei paesi al proprio fianco, sulla scia del successo.36* Quando, poi, nell'ottobre, gli alleati davano inizio alla spedizione di Salonicco, i nazionalisti accoglievano con grande favore l'impresa e volevano che anche l'Italia vi partecipasse in forze.57) Messi, però, di fronte alla realtà delle difficoltà militari e finanziarie, 3*) si accontentavano di ribadire il principio della necessità della presenza militare italiana nei Balcani per assicurare il destino imperiale del paese in Oriente, presenza, dicevano, della quale il governo avrebbe fissato il tempo e i mezzi.39)
Una posizione interventista, dettata sempre dai loro programmi imperialisti, prendevano pure, inizialmente, nella questione dell'Albania,40* minacciata, sempre nell'autunno del 1915, dall'avanzata austriaca, dopo l'intervento bulgaro. L'allargamento dell'occupazione militare italiana,41* effettuato, poi, ai primi di dicembre, per volere di Sonnino e con l'ostilità di Cadorna,42* si sarebbe rivelato effimero per l'impossibilità di tenere quel settore di guerra.
Se era vero che il paese poteva sopportare ancora sforzi maggiori ed impegni più onerosi di quelli presenti, quanto abbiamo riferito avrebbe dovuto far riflettere i nostri nazionalisti su quello che era il ruolo effettivo della potenza politica e militare italiana sulla scena internazionale, il ruolo, cioè, di una potenza di media grandezza, come, più tardi, nel 1919, avrebbero confermato le vicende della conferenza di pace. Essi, invece, continuavano a rimanere dell'avviso che non fosse più possibile che la storia del mondo si facesse senza il segno della volontà d'Italia , per usare un'espressione dell'Idea nazionale di qualche mese prima. *
35) Ivi, 24 agosto 1915, art. oc Volontà ; 29 agosto 1915, art. ce L'Oriente e la guerra .
3*) Ivi, 25 settembre 1915, art. a La Quadruplice al bivio ; 8 ottobre 1915, art. Il puzzle ; 14 ottobre 1915, art. Per arrestare la marcia austro-tedesca .
3T* Vedi pure F. MARTINI, op. cit., p. 560.
3*) Vedi quanto dice a questo proposito S. SONNINO, op. cit. voi. II, pp. 242, 252-253. Cadorna invece era disposto ad inviarvi due o tre divisioni.
"? Videa nazionale, 18 ottobre 1915, art. a L'Italia e l'Oriente ; 12 novembre 1915, art. Una coscienza che manca .
*9 Ivi, 8 novembre 1915, art. Italia e Vallone . Poi per suggerimento di Cadorna assunsero una posizione molto più tiepida (vedi P. MELOGRANI, op. cit., p. 179).
41) Valona era stata occupata nel dicembre 1914.
*3 Su questo contrasto vedi S. SONNINO, op. cit., voi. II, pp. 249, 253, 267.
3) N. del 24 agosto 1915, art. Volontà cit.