Rassegna storica del Risorgimento
GUERRA MONDIALE 1914-1918; ITALIA POLITICA 1915-1916; NAZIONALI
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1977
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Raffaele Molinelli
guerra, usando tutte le risorse del paese e senza tanti impacci parlamentari, anche ai fini di una politica imperialista.
Gli attacchi nazionalisti al governo riprendevano con maggiore violenza dopo il discorso di Salandra nella sede dell'Unione Monarchia a Torino del 2 febbraio 1916, nel quale, come è noto, veniva rivendicata la guida del paese in quel momento storico al partito liberale monarchico , che aveva iniziato l'unità d'Italia e che, secondo il presidente del consiglio, avrebbe anche dovuto compierla. Alludendo alle voci di crisi e di rimpasti ministeriali, Salandra vi diceva pure che, se fosse venuto il momento di passare alle retrovie , tutto il governo si sarebbe dimesso a cominciare dal Capo .4T) H discorso voleva porre una specie di egemonia e di monopolio sulla guerra per ascrivere il merito e la gloria alla Monarchia liberale e al partito che, senza sottintesi e senza riserve, ad essa faceva capo , **) svalutando intenzionalmente il contributo delle correnti interventiste democratiche e non monarchiche; voleva, poi, difendere l'operato dei ministri più discussi ed avversati dai gruppi che erano sostenitori di una politica di guerra più decisa.
In quella rivendicazione di una primazia del partito liberale i nazionalisti videro una loro emarginazione, oltre che quella di tutto l'ambiente dell'interventismo più acceso ed ora fautore di una condotta più vigorosa della guerra; e vi intrawidero soprattutto la possibilità che venisse inserita nell'opera di gestione della guerra la frazione liberale giolittiana o, più in generale, ex neutralista, che avrebbe dato al conflitto una portata assai limitata. La loro stampa, perciò, depose ogni cautela e bersagliò il governo con dure rampogne e severi giudizi di condanna, riprovandone il parlamentarismo e rinfacciandogli aspramente l'appoggio datogli nel maggio 1915: Salandra non avrebbe potuto, allora, essa diceva, tessere l'elogio del grande partito liberale perché questo non c'era, né a sostenere lui, Salandra, né lui, Sonnino, né a persuadere il paese, né a piegare il parlamento; allora gli porsero la mano gli altri tra i quali noi .
Essi accusavano specificamente il governo di aver fatto una politica finanziaria inadeguata alle necessità dell'ora, di non aver provveduto ad una seria organizzazione degli armamenti e degli approvvigionamenti, di non aver concordata con gli alleati una conveniente politica finanziaria e dei noli marittimi, di non aver risolto la questione della Banca Commerciale, di non orientare l'opinione pubblica cercando la collaborazione della stampa; di dare al conflitto un carattere limitato, restrittivo, locale non dichiarando la guerra alla Germania; di aver interamente abbandonato nelle mani degli alleati la direzione della guerra e specialmente la politica balcanica e orientale causando con ciò gravi danni, anche e specialmente ai nostri interessi imperiali; di considerare ogni spedizione fuori del territorio nazionale come un servizio reso agli alleati e non come un interesse italiano, come un acquisto di possibili titoli e pegni da far valere al momento della pace.50* Tutto questo, secondo loro,
47) A. SALANDRA, op, cit., pp. 98-99.
**) Ivi, p. 102 (cosi scriveva Salandra nel 1921 in una nota al discorso).
**> Cosi L'Idea nazionale del 6 febbraio 1916 in un articolo dal significativo titolo Voci del passato .
Ivi, 2 febbraio 1916, art. II governo e la guerra ; 5 febbraio 1916, art. a II governo e la stampa ; 9 febbraio 1916, art. Il grande partito . Sulla Banca Commerciale Italiana il governo aveva fatto pressioni per farne cambiare i dirigenti, ma era riuscito