Rassegna storica del Risorgimento
GUERRA MONDIALE 1914-1918; ITALIA POLITICA 1915-1916; NAZIONALI
anno
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1977
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pagina
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461
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I nazionalisti maggio '15-giugno '16
trovava la sua radice in un vizio d'origine : la mentalità liberale del governo, che era causa d'inerzia, di ordinaria amministrazione, di timidezza politica, di micromania, di colpevole tolleranza verso i nemici esterni ed interni. H liberalismo, essi dicevano, che per Cavour era stato un principio d'energia per la liberazione d'Italia, era divenuto, per gli ultimi sedicenti eredi dello statista piemontese, un principio di debilitazione.51)
Ciò che soprattutto essi rimproveravano al governo, e giustamente, era il fatto che esso non intendeva accogliere nel suo seno e neppure servirsi di quelle forze politiche già interventiste ora decisamente sostenitrici di una più decisa condotta della guerra. Esso rifiutava quanto di meglio, di più vivo, generoso, intelligente e fattivo gli aveva offerto il paese in dieci mesi di lotta: insomma, non ne vuole sapere di noi e della nostra collaborazione ; così come lo stesso discorso del suo capo a Torino confermava e ribadiva, dicevano.
Questo discorso aveva suscitato, in verità, reazioni in tutto l'ambiente degli ex interventisti, anche di quelli più moderati. Giovanni Amendola lo aveva commentato dicendo che esso aveva turbato la concordia nazionale perché carico di una polemica non scevra di un orgoglio offensivo assai poco confacente all'indiscutibile modestia delle capacità dell'uomo Salandra.52) Luigi Alber-tini aveva espresso al presidente del consiglio il disagio dell'intero e variegato mondo degli interventisti, che si sentivano turbati da tanti atti e silenzi del ministero, dall'abbandono in cui erano lasciati, dal vuoto, dal distacco che si voleva mantenere fra il governo e loro.53) Noi vogliamo che lei resti a guidarci, a condurci alla vittoria, gli aveva scritto interpretando in questo solo la volontà di una parte del fronte interventista; desideriamo ubbidirle aveva detto accorato ma ubbidirle con soddisfazione della nostra coscienza, non colla compressione delle nostre idee capitali. Ci consideri tutti, ci ascolti tutti un po' di più .
Quasi tutto ciò che i nazionalisti dicevano delle deficienze del governo era vero a prescindere dalla loro particolare ottica imperialistica. E c'era anche di più: a rendere più pesante la situazione esisteva il contrasto fra Cadorna e il governo.
H capo di Stato Maggiore, come abbiamo già accennato in precedenza, non voleva la spedizione in Albania e Sonnino sì, e viceversa, invece, accadeva per
solo in parte; i nazionalisti non erano soddisfatti del risultato. Vedi sulla questione e sulla consistenza delle forze economiche interessate all'operazione contro la Banca E. GALLI DELLA LOGGIA, Problemi di sviluppo industriale e nuovi equilibri politici alla vigilia della prima guerra mondiale: la fondazione della Banca italiana di Sconto, in Rivista storica italiana, a. LXXXII (1970), fase. IV, pp. 869, 880. I nazionalisti, con il citato libro di Cor-radini ed articoli su L'Idea nazionale, riprendevano la campagna contro la B.C.I. nella primavera del 1916.
51) L'Idea nazionale, 6 febbraio 1916, art. Voci del passato oit.; 9 febbraio 1916, art. II grande partito cit.
S3 L. ALBEBTINI, Epistolario 1911-1916, voi. XI cit., p. 548. A proposito della presunzione di Salandra, Giolitti diceva: si era montato, mettendosi in testa di essere un secondo Cavour (0. MALACODI, op. cit., p. 83). Della sua natura orgogliosa e caparbia era consapevole e fiero lo stesso Salandra: in una lettera ad Albertini del 9 febbraio 1916 si definiva un ribelle (L. ALBERTINI, Epistolario 1911-1916, voi. II di., p. 538).
53) ,( Non è contento diceva il. Corriere della Sera, non ne sono contenti Videa Nazionale, il Secolo e YAzione Socialista (L. ALBERTINI, Epistolario 1911-1916, voi. II cit., p. 556).