Rassegna storica del Risorgimento

GUERRA MONDIALE 1914-1918; ITALIA POLITICA 1915-1916; NAZIONALI
anno <1977>   pagina <464>
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Raffaele Molinelli
terventisnio democratico. In verità questi alleati non li avevano seguiti perche, già in disaccordo con loro sulla sostituzione di Salandra, si erano poi anche convinti che una crisi di governo, incomprensibile per quasi tutta 1 opinione pubblica, che ignorava tante cose, avrebbe generato in quel momento una sfiducia, nna diminuzione delle resistenze morali di effetti incalcolabili ; considerazione, quest'ultima, della quale avevano tenuto conto anche gli inter­ventisti democratici.
In quel primo trimestre del 1916 erano stati pubblicati due libri assai importanti per la precisazione dell'ideologia del movimento nazionalista italiano e della sua posizione politica in quel momento storico. Ne erano autori l'ideo­logo ufficiale Enrico Corradini e il più sistematico e reazionario dottrinario del nazionalismo nostrano, Francesco Coppola.
Il libro di quest'ultimo, La crisi italiana MCMXIV-MCMXV,6 era nna raccolta di articoli pubblicati sull'Idea nazionale nell'ottobre-dicembre 1915 con una lunga prefazione di notevole interesse. W) In questa il Coppola riprendeva la teoria della lotta fra le nazioni giovani e proletarie contro quelle vecchie e plutocratiche; rivoluzionarie della storia del mondo, le prime, conservatrici dell'equilibrio internazionale, le seconde.70' Queste ultime erano la Francia e l'Inghilterra, onuste di un'eredità imperiale sproporzionata alla loro attuale energia etnica e morale e soddisfatte dell'equilibrio mondiale esistente, a loro favorevole, e perciò conservatrici, internazionaliste e pacifiste. Messi da parte altri Stati, il cui imperialismo gli appariva appartenere ad un'altra epoca (quello dell'Austria e della Turchia, al passato, e quello della Russia, al futuro), Coppola vedeva come sole nazioni giovani e rivoluzionarie, cioè imperialiste, la Germania, l'Italia e il Giappone, alludendo così a realtà ben evidenti, ma intuendo pure certe linee di tendenza, ancora non molto appariscenti, della politica delle classi dirigenti di qualcuno di questi tre paesi. Il Giappone, egli diceva, era spinto da una necessità storica analoga a quella della Germania. E
66) Dalla lettera di R. Forges avanzati ad Albertini in data 18 marzo 1916 (L. AL­BERTINA Epistolario 1911-1916, voi. II cit., pp. 573-575). Forges Davanzati diceva dell'iso­lamento nazionalista: oc anche il Corriere rinunzia a quegli ammonimenti che pur altre volte, di tempo in tempo, minacciava al governo , anche gli amici sui quali contiamo, ci lasciano cadere addosso il maggior peso del loro abbandono .
67) Dalla lettera di L. Albertini a R. Forges Davanzati in data 22 marzo 1916, già citata.
> Roma, 1916.
69) Datata gennaio 1916.
La dottrina delle nazioni proletarie , la formulazione politica più perfetta della dottrina nazionalista , come venne definita da Maurizio Maraviglia, la quale ebbe tanto successo nella pubblicistica nazionalista e fascista, sarebbe stata concepita da Corra* din! suggestionato anche dalla lettura dei resoconti giornalistici di Giuseppe Bevione sul­l'emigrazione italiana (vedi L'Idea nazionale, 26 giugno 1914, art, Corradini e Bevione di M. Maraviglia, che dà anche ragguagli sulla dottrina). Un primo accenno di tale ideo­logia trovasi nella conclusione dell'opera di E. CORRADINI, Il volere d'Italia, Napoli, 1911, p. 206 (lo nota P. L. OCCHIMI, Corradini, Firenze, 1933), ma scrìtta probabilmente nel 1910, dato che la teoria veniva chiaramente esposta nella relazione del 3 dicembre 1910 al primo congresso nazionalista di Firenze (vedi E. CORRADINI, Discorri politici (1902*1924), Firenze, 19252, p. 100). Alla sua formulazione prese parte Maraviglia, così fa capire lo stesso Corradini in TI volere d'Italia, p. 174; sul contributo alla costituzione di questa ideologia da parte dei nazionalisti ex socialisti rivoluzionari vedi pure quanto dice J. BONOMI, La politica italiana da Porta Pia a Vittorio Veneto, Torino, 1944, p. 298.