Rassegna storica del Risorgimento

GUERRA MONDIALE 1914-1918; ITALIA POLITICA 1915-1916; NAZIONALI
anno <1977>   pagina <465>
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I nazionalisti maggio '15-giugno '16 465
questa, enormemente cresciuta nella sua potenza etnica, militare, industriale, statale, e misticamente conscia della sua predestinazione imperiale, non aveva, per la sua troppo recente formazione, una posizione adeguata nell'equilibrio mondiale ed era perciò fatalmente tratta dalla sua vitale necessità sovversiva a cozzare contro la Francia e l'Inghilterra.7" Parlando, poi, dell'Italia, lo scrittore tracciava le linee di un'interpretazione nazionalista della storia risorgimentale e unitaria che sarebbe stata fatta interamente propria dalla storiografia e dalla pubblicistica nazionalistica e fascista.
Era un'interpretazione corrente nella pubblicistica politica italiana di orien­tamento nazionalista, ma ora si arricchiva, nell'esposizione di Coppola, di una coerenza organica e sistematica che prima non aveva. Coppola vi riprendeva la tesi di Oriani, cara al movimento nazionalista,72) del Risorgimento opera solo di minoranze attive e della diplomazia e delle armi straniere, per trovare in quell'evento della storia nazionale le origini di uno dei due mali costituzionali del popolo italiano, la scarsa volontà guerresca. Nel Risorgimento erano pure da rintracciarsi, per Coppola, le origini dell'altro male, il parlamentarismo, dato che proprio nel processo di unificazione si era avuto quell'incontro dell'idea nazionale con l'idea democratica che da coincidenza feconda, ma solo tempo­ranea, era divenuta identificazione stabile ed artificiale.735
Questa situazione, già così compromessa nelle stesse origini della società nazionale unificata, veniva ancor più a deteriorarsi quando veniva sommersa dal flutto velenoso della degenerazione democratica europea della fine del secolo con i suoi falsi valori culturali, sociali, morali e politici: il più imbe­cille positivismo, il più grossolano materialismo, i pregiudizi sociologici più ridicoli, il più cinico internazionalismo ed il pacifismo supino . E così la nostra cultura si corrompeva in un ciarlatanesimo cosmopolita e l'idea nazio­nale si disgregava nell'egoismo plutocratico dell'individuo e nell'egoismo fa­melico della classe . Ma, continuava Coppola, al di sotto di ciò, la nuova Italia cresceva e lavoravano a ricostruire la nazione forze antiche e nuove. In primo luogo, la razza, robusta, prolifica, tenace, antichissima ed intatta, la stessa che aveva dato a Roma conquistatori e coloni, e che ora risuscitava i suoi istinti imperiali. Poi, la reazione culturale antipositivista ed antidemocratica europea che veniva accolta dalle giovani generazioni dell'Italia più colta. Da qui, la nascita del movimento nazionalista, l'impresa di Libia e il risveglio della co­scienza imperialistica, un nuovo irredentismo posto come premessa di ulteriore espansionismo, l'interventismo ed infine la guerra.74)
Coppola legava così le ' deficienze ' del Risorgimento alla ' degenerazione ' postunitaria; rescindeva gli ideali liberaldemocratici da quelli nazionalitari pri­vilegiando questi e deformandoli in valori nazionalistici di potenza e di gran* dezza; opponeva all'Italia legale della politica democratica, il paese ' reale ', la razza, della quale dava per scontate una diretta discendenza romana e vel­leità di conquista; alla cultura positivisteggiante materialistica, democratica,
7D Pp. XV1-XVII.I, XX.
72) Vedi IL MOLINELLI, Per una storia del nazionalismo italiano cit., p. 16.
75) F. COPPOLA, op, eti., pp. XXIX-XXXI. Sulle convinzioni antidemocratiche e rea­zionarie di Coppola vedi R. MOLINELLI, Per una storia del nazionalismo italiano cit., pp. 26, 68-64.
70 F. COPPOLA, op. cit., pp. XXX-XXXI, LIII-LXI.
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