Rassegna storica del Risorgimento
GUERRA MONDIALE 1914-1918; ITALIA POLITICA 1915-1916; NAZIONALI
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1977
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Raffaele Molinelli
zione, la vera e propria aristocrazia dell'epoca moderna: i veri uomini di produzione erano per lui gli industriali, dei quali, diceva, il libro voleva sostenere la causa dinnanzi all'opinione pubblica e allo Stato. I produttori, diceva, uomini, classi o nazioni, avevano diritto all'impero , al dominio sugli altri perché questo era il mezzo della loro azione. La storia non era altro che la successione nel dominio di questi produttori, e nel passaggio della proprietà e dell'imperio dagli uni agli altri consisteva la giustizia storica. L'imperialismo delle nazioni rispondeva all'ordine di una provvidenza naturale per cui un organismo di maggiore dinamica produttiva prendeva il territorio di una nazione ancora in fase di sviluppo iniziale o in decadenza, trattando gli abitanti come più gli conveniva perché esso era risvegliatore, risuscitatore, creatore, distruttore per creare . Anche la lotta di classe era imperialismo, come la lotta delle nazioni: entrambe concludeva servono per il ricambio della dinamica produttiva, l'una all'interno delle nazioni, e l'altra fuori .81)
Così il fondatore e principale ideologo del movimento, aggregando motivi sorelliani a quelli del primo nazionalismo, si faceva teorico ed agiografo della borghesia produttiva , e, sposando questa concezione a quella imperialistica e della lotta delle nazioni, desunta a suo tempo dalla lettura di Mommsen 82) e dalla fusione di elementi positivistici e marxistici, formulava la dottrina del nazionalimperialismo dell'Italia industrializzata del primo ventennio del secolo, del quale erano stati già approntati, nel programma nazionalista, gli strumenti politici (Stato forte, protezionismo, autarchia, corporativismo).
Nelle prefazioni ai loro due libri Coppola e Corradini non avevano lesinato critiche ed insulti ai responsabili politici della condotta della guerra, rappresentanti della lercia e parassita senilità mentale e volitiva della classe politica italiana83> e perciò impari alle necessità dell'ora.M) Ma il movimento nazionalista, ufficialmente, dopo il voto di sfiducia, si mostrava, anche per l'isolamento nel quale era venuto a trovarsi nel fronte interventista, più possibilista nei confronti del governo, al quale prometteva l'antica protezione e difesa se meglio in futuro avesse operato. Questo futuro, però, si rivelava sempre più deludente per i nazionalisti, che dovevano di lì a poco vedere eludere nel discorso parlamentare del ministro degli esteri tutti i temi imperialistici dei fondamentali diritti dell'Italia a loro cari; e ciò mentre l'Europa, commentavano, risuonava della megalomania jugoslava .85) Votavano, perciò, ora, nell'aprile, a favore del governo dicendo chiaramente che non si trattava di un voto di fiducia all'azione di quello, ma solo di una riaffermazione concorde di voler proseguire la guerra fino alla vittoria.
Gli eventi, pero, precipitavano. Nel maggio-giugno l'offensiva austriaca nel Trentino, la strafexpedition del generale Conrad, metteva in crisi il governo. Salandra cercava in un primo momento di rimediarvi tentando un allargamento della compagine governativa, ma, poi, anche per il ritardo con cui si decideva
> Pp. Vili, XI, 169, 184, 186, 188-189, 194.
*9 R. MOLINELLI, Per una storia del nazionalismo italiano cit., pp. 14, 54.
M> F. COPPOLA, op. cit., p. XCIII.
M> E. COBHADINJ, Op. CÌt., p. IV.
85> L'Idea nazionale, 17 aprile 1916, art. a E dell'Italia?...; 18 oprile 1916, art. a Astinenza di governo . Diceva Martini a proposito di questa delusione dei nazionalisti: essi vorrebbero promesse di avventure, di conquiste, di intransigenze che non sono nelle nostre possibilità, se anche fossero tutti ragionevoli i lor desideri (op. cit., p. 675).