Rassegna storica del Risorgimento
GUERRA MONDIALE 1914-1918; ITALIA POLITICA 1915-1916; NAZIONALI
anno
<
1977
>
pagina
<
469
>
I nazionalisti maggio '15-glu.gno '16 469
a riferire alla Camera sull'avvenimento e il modo in cui lo faceva, accusando di imprevidenza i responsabili militari, veniva costretto alle dimissioni.
Il 10 di giugno sulla prima parte di un ordine del giorno di richiesta di esercizio provvisorio del bilancio degli interni, che chiedeva la conferma della fiducia al governo, si avevano 197 voti contrari e 158 favorevoli. Votavano contro, oltre i neutralisti socialisti e giolittiani, anche gli interventisti di sinistra e i nazionalisti: una coalizione veramente mostruosa , commentava Luigi Alberti ni in una lettera al fratello.8é)
Cadeva così il primo governo di guerra a causa della sua ristretta visione della politica interna e di quella internazionale. Ed era proprio questo che tutti gli interventisti da tempo gli andavano rimproverando, compresi i nazionalisti. Questi, però, a differenza degli altri, vedevano pure in quella deficienza della politica internazionale del governo Salandra l'assenza di una sicura delineazione di obbiettivi imperialistici, di ciò che aveva costituito e costituiva il più profondo motivo del loro interventismo e della loro stessa natura politica.
Riassumendo i risultati di questa nostra indagine, diciamo che il bilancio dell'attività del movimento nazionalista nel primo anno di guerra si configurava, nei confronti dei governo, come la parabola di un atteggiamento che, inizialmente di sostegno senza riserve, giungeva alla fine ad una posizione di netta sfiducia, motivata con la denuncia della debolezza della politica militare, di quella interna ed estera, e dello stato di isolamento della compagine governativa dalle forze politiche più impegnate nella guerra; nei confronti del paese, in un'opera intensa ed incessante volta a rafforzarne il morale e a stimolarne i centri propulsori della vita civile, economica e militare. In tutta quest'attività il movimento trovava modo di riaffermare e propagandare, ancora con risultati modesti, i suoi obbiettivi imperialistici e le sue simpatie reazionarie, e procedeva ad un arricchimento, assestamento e consolidamento del suo patrimonio ideologico, con la formulazione della teoria dei produttori , con una più precisa enunciazione di quella delle nazioni proletarie ed anche con alcune affermazioni sulla necessità dell'intervento statale nell'economia in certi frangenti storici.
RAFFAELE MOLINELLI
B*) Su questi avvenimenti vedi A. SALANDRA, op. eie., pp. 121, 152; S. CILIBRIZZI, op. et*., voi. V, p. 399; A. SALANDRA, Memorie politiche 1916-1925, Milano, 1951, pp. 6-11; L. ALBERTI NI, Venti anni di vita politica, voi. II cit., pp. 238-241; O. MALAGODI, op. cit., voi. L, p. 90; V. E. ORLANDO, Memorie (1915-1919), Milano, 1960, pp. 56, 73; L. ALBER-TINI, Epistolario 1911-1926, voL II cit., pp. 523, 606; P. PIERI, op. cit., pp. 109-110; P. MELOGRANI, op. cit., pp. 184-193.