Rassegna storica del Risorgimento

ISTITUTO PER LA STORIA DEL RISORGIMENTO; MUSEO CENTRALE DEL RIS
anno <1977>   pagina <481>
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Libri e periodici
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Francia, invece, il telegrafo continuò a espandersi come monopolio statale per le comuni­cazioni governative fino al 1844, anno nel quale si parla di tremila strumenti che copri­vano a raggio tutto il paese da Parigi verso le città più importanti.
Una vecchia stampa svizzera ci mostra un modello di telegrafo che, ancora nel 1847, dal Collegio gesuitico di Schwyz lanciava messaggi sull'altra sponda nel Iago di Lucerna; questa la ragione della dizione e telegrafo dei Gesuiti che si è usata talvolta per indicare l'invenzione del Chappe.
In una biblioteca risorgimentale non può mancare questo volume. Quanto a me, po­trò rispondere più. facilmente alle continue domande sui vecchi telegrafi, perché avrò da­vanti agli occhi le pagine di Wilson.
DUANE KOENIG
University of Miami
JAMES C. DAVIS, A Venetian Family and its fortune. 1500-1900. The Dona and the con-servation of tkeir wealth (Memoirs of the American Philosophical Society, 106); Philadelpbia, American Philosophical Saciety, 1975, in 8, pp. XIV-190. S.p.
Per quanto solo la seconda parte del volume possa interessare direttamente l'età del Risorgimento italiano con qualche aggancio e alla situazione generale e alla realtà vene­ziana, riteniamo utile la segnalazione del presente lavoro che cerca di rispondere alla do­manda circa la consistenza, la base economica, le forme di vita di ima famiglia nobile vene­ziana nell'ambito della società veneta del tempo, a partire dal '500 in avanti allorché sem­brano venire a maturazione le condizioni dell'ascesa economica e politica della famiglia Dona. Commercianti, uomini di mare, ambasciatori, uomini politici (da rammentare il doge Leonardo Dona nel 1606), gli esponenti più rappresentativi della famiglia trovano una pre­cisa collocazione nel volume del Davis proprio per il periodo che precede il '700, mentre invece dal 1750 in avanti sembrano sfumare i contorni della famiglia entro un quadro più generale e generico, specie dal 1797 al 1866, durante il dominio austriaco (con qual­che utile riferimento a matrimoni, testamenti, eredità, possessi fondiari ecc.). Di un qual­che interesse sono infine alcune pagine che parlano delle fortune economiche della famiglia nei vari periodi, della politica dei matrimoni o delle nascite, della concentrazione e di­spersione dei beni fondiari ecc.; il tutto in rapporto con analoghe scelte compiute da parte della nobiltà di altri paesi.
RENATO GIUSTI
LUIGI FACCINI, L'economia risicola lombarda dagli inizi del XVIII secolo all'Unità; Milano, SugarCo, 1976, in 8, pp. 202. L. 2.500.
Una zona ben precisa della Padana settentrionale, da Vercelli a Cremona è stata da lunghi secoli la risaia d'Italia , e anche d'Europa. Il Faccini, nel quadro di una collana di studi promossi dalla Regione Lombardia, rivolge l'attenzione all'economia risicola e ai suoi effetti sulla realtà economica e sociale lombarda. Perché, a differenza delle altre col­ture, IV oryza saliva , pur garantendo un buon reddito, necessitava tuttavia di forti capi­tali, per la costruzione di una capillare rete irrigua, a Per la prima volta all'interno della storia dell'agricoltura italiana, le figure del percettore di rendita, del fruitore del profitto e del salariato si presentavano nettamente distinte (p. 12). Si rafforzano grosse proprietà da 100 a 300 ettari, le sole in grado di gestire fruttuosamente il complesso apparato irriguo, flotto abili fittavoli, a tutto scapito dei contratti mezzadrili, che non trovano più spazio nel nuovo sistema, giacché, oltre ai pochi salariati fissi dell'azienda, si fa ricorso a manodopera stagionale per le mondine e i mietitori. Per la monda, bisogna rilevare come, sotto l'aspetto sociale, l'utilizzazione di bracciantato femminile costituisce per i tempi un feno­meno rivoluzionario nei cui confronti non mancarono voci di protesta (p. 46), trattandosi di decine di migliaia di addette*
I buoni risultati ottenuti determinarono l'estensione delle terre risate, documentata