Rassegna storica del Risorgimento
ISTITUTO PER LA STORIA DEL RISORGIMENTO; MUSEO CENTRALE DEL RIS
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1977
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486
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486
Libri e periodici
sime altre lettere dirette (e non mancano le responsive) alla cognata Bianca Becherini (rimasta vedova), ed ai quattro figliuoli Angiolina, Leonardo, Giacinto e Paolo.
Il carteggio dà vita e dà lineamenti e colori ad una grande figura operante fin quasi all'ultimo decennio del secolo scorso, e ci consente di ascoltare e di sentire appunto nel-rintimità un parlare consolante, perché riaccende se trema o se è spenta davanti ai nostri occhi la speranza e la certezza di una redenzione che ci accompagna lungo i secoli, anche quando le strade sono orribilmente fangose, anche quando domina il cieco materialismo ed il più sfacciato edonismo, e l'invertimento è celebrato come licito e più di licito, e la violenza è anche bestialità e ferocia: e persino ci sentiamo turlupinati da ciancie che pretendono di essere dottrine.
Queste lettere o documenti di prevalente valore biografico, coi loro schietti e vivi ed onesti, riferimenti alle vicende del tempo, alle passioni degli uomini di allora, ai loro costumi ed anche alle loro inevitabili miserie, diventano documenti per la storia, ossia scoprono ciò che vi è di perenne nella storia dell'umanità sempre barcollante fra il bene ed il male. E per questo noi abbiamo letto con una commozione particolare che non è soltanto quella di poter rivivere il passato, ma anche quello di sentire quel passato nel nostro presente, per animarci a resistere ed a credere ad ogni costo nel futuro.
Accanto al nome di Francesco De Feo che ha fatto più ricco il volume con le sue note, precise e utilissime, scriviamo quello di Arnaldo D'Addario che ha dettato una Premessa: sintesi vigorosa, ed invito irresistibile a leggere.
PIERO ZAMA
COSIMO CECCUTI, lt Risorgimento Italiano . Un quotidiano politico e letterario nella Firenze del 1859 con prefazione di Giovanni Spadolini; Firenze, Olschki, 1977, in 8, pp. 212. L. 7.000.
Tutte le disposizioni... in materia di stampa rimangono in pieno vigore e saranno rigorosamente applicate durante la guerra . Con questo decreto del 29 aprile 1859, appena due giorni dopo la rivoluzione pacifica che aveva visto uscire dalla scena politica il granduca Leopoldo, il governo provvisorio toscano blocca sul nascere il pericolo che si riproduca a Firenze il fenomeno della moltiplicazione delle testate e, quindi, lo scontro aperto delle fazioni che era esploso dieci anni prima, all'epoca della a dittatura di Guerrazzi. Le norme restrittive cui si richiamava il decreto erano tali da mettere la stampa politica alla mercé del governo: l'imposizione di una forte cauzione da versare prima dell'inizio delle pubblicazioni, l'autorizzazione preventiva del ministero dell'Interno e il potere di sequestro immediato riservato a prefetti e governatori riflettevano la politica restauratrice del Granducato dopo la ventata quarantottesca. Ma erano anche provvedimenti che ben servivano alla filosofia ricasoliana del non far polemiche , ed operare concretamente per la liberazione del suolo nazionale e per l'unità d'Italia.
Questo stato di tregua imposto sotto il coprifuoco delle notizie ufficiali diramate dal Monitore Toscano si mantiene intatto finché non si diffonde la notizia di Villafranca e dell'impegno preso dall'imperatore di far restaurare i principi spodestati dell'Italia centrale. un colpo di fulmine che modifica d'un tratto la situazione politica interna ed impone a Ricasoli di dar libero sfogo a tutte le correnti d'opinione, a tutte le forze popolari che potevano appoggiare il governo toscano nella sua resistenza contro il tentativo restauratore. Nasce con questo spirito, per espressa volontà ricasoliana, La Nazione ed è in quel clima che matura il proposito di un gruppo di emigrati dello Stato pontificio di fondare una testata per <c illuminare l'Europa sul malgoverno che ha attristato tanto a lungo, in particolare l'ultimo decennio i principati dell'Italia centrale . E a questo foglio, uscito col primo numero il 6 agosto 1859, che si richiamava anche nel titolo alla testata cavouriana del '48, Cosimo Ceccuti, ohe si va affermando come uno dei maggiori specialisti del Risorgimento toscano, dedica questo suo secondo impegnativo studio, dopo la nota biografia dedicata all'editore e tipografo fiorentino Felice Le Mounier, E con questo volume Giovanni Spadolini ha voluto inaugurare una sezione dedicata in modo specifico alla storia del Risorgimento nell'ambito della Biblioteca storica toscana curata dalla Società toscana di storia del Risorgimento.