Rassegna storica del Risorgimento

ISTITUTO PER LA STORIA DEL RISORGIMENTO; MUSEO CENTRALE DEL RIS
anno <1977>   pagina <487>
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Libri e periodici
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Il 14 luglio Achille Gennarelli, l'esule romano compromesso con la repubblica, il cui fondo depositato presso la Biblioteca Nazionale di Firenze è stato descritto nelle pagine della Rassegna da Patrizia Tocco Lucci, e il suo gruppo di amici presentano la richiesta di tra­sformare lo Spettatore italiano in quotidiano politico. La testata proposta è Corriere Fioren­tino; quella che otterrà l'autorizzazione il 28 luglio sarà II Risorgimento Italiano. E questa trasformazione della testata del foglio in fase di gestazione rifletteva una esigenza politica di fondo: superare i limiti del municipalismo, fare un vero quotidiano nazionale. Ed è pro­babile che questo rifiuto della Firenzina voluto proprio da emigrati romani e delle Lega­zioni muovesse anche dal ricordo della scontrosità guerrazziana che aveva fatto fallire il tentativo di unificazione con la Repubblica Romana.
Ceccuti ricostruisce con la consueta trasparenza le vicende della stampa fiorentina della seconda metà del 1859, seguendo le sue fasi essenziali: la prima che vede convivere, sia pure a livelli di prezzo assai differenziati, L'Indipendenza Italiana, La Nazione e II Ri­sorgimento Italiano; la seconda che registra la trasformazione dclV Indi pendenza nel Secolo e, finalmente, la terza che vede contrapporsi Risorgimento e Nazione. E tutte queste vicende sono ripercorse seguendo il filo del contrasto politico di fondo fra il metodo ricasoliano di realizzazione dell'unità nazionale e le tesi del Risorgimento: fra il programma dell'annes­sione diretta e immediata al Piemonte sabaudo e l'ipotesi dell'unificazione mediata dalla preventiva costituzione di un regno dell'Italia centrale. Differenze di metodo non di fini: questo è un punto che Ceccuti vuole ribadire perché il ruolo e la posizione di Gennarelli e del suo Risorgimento Italiano non finiscano per essere fraintese. È in quest'ottica che va letta la polemica che si svolge in dicembre fra La Nazione e il foglio di Gennarelli; una polemica che Ceccuti ricostruisce in dettaglio proprio per il significato peculiare che essa assume.
All'origine dello scontro sta l'opposizione dei Guerrazzi, degli Alberi, dei Montanelli, dei Malenchini contro il <c colpo di Stato di Ricasoli che, senza convocare e interpellare l'assemblea, aveva rigettato la proposta della reggenza dell'Italia centrale per Bon Com­pagni formulata da Vittorio Emanuele II. Questo rifiuto unilaterale e solitario del barone scaturiva proprio dal disegno d'arrivare all'unità col Piemonte senza mediazioni che apris­sero il varco a rigurgiti autonomisti. Ma su questo tema lo scontro col Risorgimento Ita­liano era inevitabile, anche se la polemica giornalistica fu drasticamente troncata perché non venissero fomentate divisioni. Ceccuti indica in questa polemica sulla questione della reggenza e nei riflessi che questa ebbe il canto del cigno della direzione di Gennarelli. La crisi finanziaria che colpi II Risorgimento a fine anno e le numerose occupazioni che l'im­pegnavano lontano da Firenze indussero il professore napoletano ad abbandonare la guida del giornale nel dicembre del 1859.
Quattro mesi più tardi, il 18 aprile del 1860, due giorni dopo l'ingresso trionfale di Vittorio Emanuele II a Firenze, Il Risorgimento Italiano, che aveva combattuto a fianco della Nazione la battaglia per il plebiscito, confermando così la propria volontà unitaria, nonostante le passate polemiche, chiudeva i battenti. In fondo, i risultati avevano dato ragione a Ricasoli che, come giustamente sottolinea Ceccuti, aveva compreso la necessità della diretta aggregazione della Toscana al Piemonte, per fare superare al processo uni­tario lo spartiacque dell'Appennino.
SANDRO ROCARI
DANTE SEVEHIN, Lotta politica a Como. Formazione, svolgimento e crisi dei partiti. 1859-1925; Como, Pietro Cairoli, 1975, in 8, pp. 245. L. 6.000.
ROBERTO CHIARINI, Giuseppe Zanardelli e la lotta politica nella provincia italiana: il caso di Brescia. 1882-1902 (Biblioteca di storia lombarda moderna e contemporanea, Studi e Ricerche, 4); Milano, SugarCo, 1976, in 8, pp. 330.
A individuare due momenti significativi della storia della provincia italiana con qualche somiglianza di sviluppo manifatturiero e industriale soccorrono due volumi recenti dedicati alla vita dei partiti, alle maggiori personalità politiche (e di governo), alle eondi-