Rassegna storica del Risorgimento

ISTITUTO PER LA STORIA DEL RISORGIMENTO; MUSEO CENTRALE DEL RIS
anno <1977>   pagina <489>
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Libri e periodici
dualmente con la diffusione delle idee socialiste, dall'altra impedì a queste ultime un effet­tivo radicamento tra le masse popolari.
Negli anni di fine secolo il Partito Socialista fu, come sostiene FA., e protagonista della battaglia per una svolta politica nella ragione, per il superamento dei vecchi schemi, per un sostanziale rinnovamento delle forze popolari . La sua forza andò manifestandosi soprattutto nel movimento economico di classe, la Federazione Edilizia di Felice Quaglino, la cui efficacia raggiunse il culmine nella conquista del primo contratto di lavoro dei cava­tori nel 1902; un contratto che poneva la categoria all'avanguardia del movimento operaio italiano sia per i salari, sia per la parte normativa. Tuttavia l'adozione della linea gradua­lista aveva, come la classica medaglia, due facce ben distinte. All'innegabile successo con­trattuale si accompagnò una sempre più vivace opposizione di quelle forze interne, anarchici e repubblicani, che tale linea contestavano; mentre la Federazione Edilizia, arroccata su posizioni difensive, trascurava politicamente le fasce operaie della pianura mirando al solo vantaggio della categoria dei cavatori. Su di esse l'anarco-sindacalismo fondò il proprio successo, riuscendo a conquistare la dirigenza della Camera del Lavoro nel 1902 e promuo­vendo una lunga serie di agitazioni sindacali che furono guidate dalla Federazione Mar­morea, in netto antagonismo con quella socialista. Della perduta unità fu proprio il movi­mento operaio apuano a farne le spese. Indebolito dal lacerante frazionamento interno e investito dalla risposta padronale, che nel 1905 lo colpiva con una forte serrata, sarebbero occorsi anni per consentirgli di risollevare la testa. Un cenno particolare, infine, merita la prefazione di Giorgio Candeloro, che rileva in modo esatto i caratteri essenziali dell'opera.
MAURIZIO VERNASSA
RICCARDO FAUCCI, Finanza, amministrazione e pensiero economico. Il caso della contabilità di Stato da Cavour al Fascismo (Studi, 20); Torino, Fondazione Luigi Einaudi, 1975, in 8, pp. 209. S.p.
Nel quadro delle pubblicazioni che la Fondazione Einaudi raccoglie ed ordina nelle sue collezioni: Scrittori italiani di politica, economia e storia, e Studi, ed infine Annali della Fondazione, il recente volume del Faucci si inserisce nel filone di studi circa la sto­ria dell'amministrazione e delle istituzioni statali; filone assai importante (e fino a qualche anno fa trascurato) anche perché permette di valutare fino a che punto le strutture istitu­zionali italiane, post-unitarie in special modo, tennero il passo o meno di fronte ad analo­ghi istituti ed organi di altri paesi europei. Se la storia delle strutture amministrative è un aspetto della generale storia della ce società di un paese (della sua ideologia, degli orien­tamenti della classe dirigente, dei problemi o delle impostazioni di politica economica, finanziaria ecc.), bene ha fatto Fautore a studiare, attraverso la contabilità di Stato, il pro­gressivo svilupparsi del pensiero amministrativo e della messa in opera di esso dal Cavour in avanti, in particolare in alcuni nodi rappresentati dalla politica della Destra e dai primi sforzi di riforma finanziaria, dal rapporto tra politica ed amministrazione, dal riformismo della Sinistra, dall'età del Luzzatti ed infine dal trionfo della tecnocrazia finanziaria che va dall'età giolittiana al regime fascista. Un elenco di ministri delle Finanze e del Te­soro conclude il volume di grande utilità nello studio della storia interna di vari corpi dello Stato.
RENATO GIUSTI
ANGELO FI Lf POZZI, Il dibattito sull'emigrazione, Polemiche nazionali e stampa veneta (1861-1914) (Quaderni di storia, 37); Firenze, Le Monnier, 1976, in 16, pp. XXXVII-421. L. 9.500.
Angelo Filipuzzi è uno storico controcorrente , non perché sostenga nuove tesi per amor di polemica, ma perché è pronto a respingere opinioni largamente condivise, a
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