Rassegna storica del Risorgimento

ISTITUTO PER LA STORIA DEL RISORGIMENTO; MUSEO CENTRALE DEL RIS
anno <1977>   pagina <492>
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Libri e periodici
FRANCESCO MATTESINI, Per una lettura storica di Carducci (Letteratura e Cultura del-ritalìa Unita, 2); Milano, Vita e Pensiero , 1975, in 16, pp. 441. L. 4.900.
La figura di Carducci fa parte dei personaggi complessi e il Mattesini, conseguen­temente, ricorre all'elaborazione minuziosa di ogni particolare aspetto che poi come ogni singola tessera di un mosaico va incastonata in ima rappresentazione composita. Egli imposta il suo studio in chiave storica, attraverso la metodologia cronologica, in cui però l'attività letteraria del personaggio ha rilievo e preminenza e costituisce, anzi, la compo­nente predominante dell'opera di Mattesini.
Ne vien fuori una ricostruzione fedele e obiettiva, che segue, assieme alla nascita e allo sviluppo dell'attività poetica del Carducci, la nascita e lo sviluppo della sua passione di cittadino e di letterato, di uomo di cultura e di uomo politico, di storico e di maestro. L'Autore traccia un minuzioso excursus dell'attività letteraria e degli studi di Carducci: dal tirocinio scolastico di grammatica e di retorica, allo studio del classicismo, alla polemica antiromantica, ai primi tentativi di chiosatore e volgarizzatore dei classici antichi fino alla formazione del canzoniere civile . Momenti questi della sua attività che risultano stret­tamente connessi alla realtà storica del suo tempo, che egli visse intensamente. Ed in questa analisi sono messi in evidenza i due motivi costanti: quello politico-letterario, secondo il quale la poesia nasce e si sviluppa là dove è libertà, e quello tecnico-critico, per il quale non si può fare critica se non a partire da un'analisi delle forme poetiche.
In questo studio si staglia la figura di Carducci, come letterato e come politico, con tutte le passioni, le amarezze e i ripensamenti. Spirito mazziniano e giacobino, ispirato agli ideali repubblicani e democratici di libertà e di lotta contro il malor civile post-unitario, apre l'animo alla rinascita del sentimento nazionale, quale ritorno al passato ed energico oppositore dell'avvilente presente e giunge, infine, a volgere le sue simpatie in direzione dell'idea monarchica, quale rappresentante della sovranità popolare nella sua origine demo­cratica e simbolo dell'unità e dell'entità etnica e geografica dell'Italia.
Ma egli, come mette bene in evidenza l'A., non aspira all'attribuito di e vate della terza Italia , cerca piuttosto di concentrare i suoi sforzi e i suoi interessi nei settori più idonei a tutelare la dignità e i veri valori della cultura nazionale. Ne consegue tutto un insieme di attività particolari quali quella di sostenitore della Dante Alighieri o di pre­sidente della Deputazione di Storia Patria o di incaricato per le biblioteche etc.
Portando avanti il suo discorso politico, Carducci si presenta ora (1876) quale can­didato tra i repubblicani di Lugo di Romagna, ora (1886) tra quelli di Pisa. E la figura del­l'intellettuale, che si impegna anche in campo civile, culmina con l'elezione a consigliere del Comune di Bologna, come rappresentante della maggioranza liberale e nazionale . Mentre va sempre più sviluppando la sua ideologia nazionalista, fortemente antiparlamen­tare.
II personaggio Carducci cresce vistosamente e si aiTernia come esempio tipico di intellettuale consapevole del suo potere. In lui, però, non e'è continuità ideologica, ma ricerca incessante di una via migliore. Notevole il suo passaggio dall'idea democratica al nazionalismo. Passaggio che non voleva essere un rinnegamento, bensì una nuova interpre­tazione e un adattamento dei principi repubblicani in funzione nazionale, strumentalizzando così uomini-idea, come Mazzini e Sani, ai fini di una nuova politica di grandezza, ce L'idea di patria, si traduce in una volontà di primato nazionale ignoto o comunque estraneo ai repubblicani di stretta osservanza mazziniana (p. 379).
Ma la spinta irredentistica, che per i repubblicani dell'epoca voleva essere più che altro un mezzo per convogliare l'opinione pubblica verso l'ideologia democratica, diventa per Carducci un fine che io porta a quel processo involutivo al termine del quale anche l'istituto monarchico viene accettato.
Ma questa sua incostanza politica e letteraria afferma Mattesini non fu volubi­lità o incoerenza, ma semplicemente a discontinuità dovuta alla sua stessa natura di speri­mentatore (p. 10).
MANUELA LAZZAROTTI