Rassegna storica del Risorgimento

ISTITUTO PER LA STORIA DEL RISORGIMENTO; MUSEO CENTRALE DEL RIS
anno <1977>   pagina <496>
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Libri e periodici
vedimenti anticattolici furono espressione dello spirito anticlericale del Risorgimento, la cui classe dirigente si opponeva egualmente all'avanzata cattolica e socialista.
Proprio la violenza della reazione, l'aver ottenuto che per quattro mesi Milano rima­nesse in stato d'assedio, le troppe condanne erogate dai tribunali militari, l'allargamento della cinta daziaria vivacemente contrastata in passato dalle sinistre, se da una parte dimo­strarono la forza della consorteria milanese, dall'altro ne decretarono la condanna nelle elezioni amministrative del 1899, in seguito alle quali a palazzo Marino si insediò la prima giunta di sinistra. La vittoria della coalizione dei partiti popolari suonava aperta condanna non solo dell'amministrazione precedente, ma anche del governo Pelloux ap­poggiato dalla stampa moderata milanese e dagli uomini della consorteria che, dopo aver premuto perché fossero presentati i disegni di legge restrittivi di alcune libertà statutarie si erano poi battuti con tutti i mezzi per la loro approvazione. Dimostrando ancora una volta di essere un'ideale cartina di tornasole, i risultati delle elezioni milanesi anticipa­rono di pochi mesi quelli delle elezioni politiche generali del giugno 1900 che portarono alla caduta di Pelloux e alla sconfitta definitiva della reazione.
Diciamo subito che il libro di Canavero è ben fatto e le vaste ricerche compiute ne dimostrano l'accuratezza e il valore. L'A. ha lavorato negli archivi di Milano, Roma e Bre­scia oltre che in altri minori. Ha avuto poi l'opportunità di studiare le carte di famiglia degli eredi di Filippo Meda e quelle del Seminario Patriarcale Vescovile di Venezia dove si conserva l'Archivio dell'Opera dei Congressi. A questa vasta ricerca di fonti si è unita una approfondita lettura della stampa contemporanea ed una sicura conoscenza della sto­riografia sull'argomento che emerge dalle numerose e ben documentate note che comple­tano il volume.
Da tutto questo materiale Canavero ha tratto motivo per un'analisi meditata su av­venimenti che non sempre, data la loro complessità, godono di una obiettiva valutazione storica.
ANNA MARIA ISASTIA
UMBERTO CORSINI, Il colloquio Degasperi-Sonnino 16 marzo 1915. I cattolici trentini e la questione nazionale: Trento, Casa editrice G. B. Monauni, 1975, in 8, pp. 249. S.p.
Contro Alcide De Gasperi, deputato trentino al Parlamento di Vienna dal 1911 al 1918, deputato italiano al Parlamento di Roma dal 1921 al 1924 e dal 1948 alla morte (1954), membro della Assemblea Costituente dal 1946 al 1948, Presidente del Consiglio dal 1946 al 1953, Capo provvisorio dello Stato dal 10 al 28 giugno 1946, ministro senza porta­foglio, ministro degli Esteri, ministro degli Interni, ministro dell'Africa Italiana tra il 1944 ed il 1953 (anno della sua eclissi politica) furono scagliate dall'opposizione, soprattutto dopo l'estromissione delle sinistre dal governo (maggio 1947), violenti attacchi tra i quali l'accusa d'esser un Cancelliere era la meno grave. Assai più grave l'accusa d'esser stato, quando era deputato al Parlamento austriaco, ce antitaliano , accusa che ricevette una patente di apparente veridicità da un volume di Gino Valori. Le difese esagerate dell'italianità di De Gasperi fatte da Andreotti e da L. Meda, provocando una messa a punto di Ernesta Batti­sti, la vedova del Martire, non rischiararono affatto la situazione. Solo più tardi, grazie alla pubblicazione d'una lettera inedita di Cesare Battisti effettuata da Bice Rizzi in // Risor­gimento del 1965, il problema cominciò ad esser chiarito, e lo chiarisce in modo esem­plare ora il Corsini sulla base d'una pagina del Diario di Sonnino edito recentemente dal Pastorelli. Infatti spente le polemiche d'origine politica (l'accusa di essere austriacante era già stata rivolta all'antifascista De Gasperi dai fascisti!) si può esaminare serenamente la questione, e questa viene risolta grazie alla perfetta cognizione della situazione politica del Trentino alla vigilia della prima guerra mondiale e dell'intervento dell'Italia in guerra: cognizione che il Corsini ha appieno, nella sua duplice qualità di storico e di trentino.
Il punctum dolens del problema, o meglio l'ora della verità (la felice espressione è del Corsini), era che per i polemisti, il cittadino trentino die nel 1914-15 fosse stato inter-