Rassegna storica del Risorgimento
MENABREA DI VAL DORA LUIGI FEDERICO; VITTORIO EMANUELE II RE D'
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1978
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4 Romano Ugolini
morte di Vittorio Emanuele.n Nel dispaccio, Menabrea ricorda a Depreda alcuni particolari connessi con la malattia del novembre del 1869, quando, essendo allora presidente del Consiglio, prese parte personalmente ad un episodio collegato con il problema dei sacramenti religiosi da far somministrare al re nel momento in cui i medici disperavano di poterlo salvare. La lunga serie di ricordi che nel gennaio del 1878 la morte di Vittorio Emanuele aveva evocato in Menabrea, uomo legato da particolare devozione al sovrano, e che nel dispaccio a Depretis si erano appuntati solo sulla malattia del 1869 per una ovvia associazione di situa zioni affini, furono in seguito espressi in tutta la loro ampiezza in una lunga lettera riservatissima a Giuseppe Massari, incaricato di compilare la biografìa ufficiale del re. Massari aveva chiesto a Menabrea notizie per servire alla storia dei nostro rimpianto Re Vittorio Emanuele e Menabrea gli aveva replicato il 29 gennaio 1878 con ventotto pagine fìtte di particolari su avvenimenti che abbracciavano oltre vent'anni di ricordi personali legati alla vita del re.2) Fra questi ricordi largo spazio trova di nuovo la malattia del novembre 1869. È interessante notare le differenze sostanziali fra le due narrazioni: in quella indirizzata a Depretis, Menabrea parla da ex presidente del Consiglio e tende a mettere particolarmente in luce il proprio operato che, nell'occasione, era servito ad evitare incidenti diplomatici con Roma; offrendo così al presidente del Consiglio in carica un dispaccio ufficiale che potesse essere utilizzato in campo internazionale nel momento in cui dalla morte del re potevano sorgere controversie fra Santa Sede e Governo italiano. La lettera a Massari, al contrario, aveva come fine precipuo quello di fornire dati e particolari per una biografia che sarebbe stata edita e, quindi, di pubblico dominio; in questo caso Menabrea parla da devoto suddito di Vittorio Emanuele e subordina la parte da lui stesso avuta a quella del sovrano, cui attribuisce tutto il merito di non aver ceduto, per avere i sacramenti, alle richieste della Curia romana. Massari, d'altra parte, nella sua fortunata biografia,3) utilizza solo parzialmente le confidenze ricevute e le modifica, anche se in misura limitata, per conferire alla narrazione un carattere di solennità e, soprattutto, specie nelle dichiarazioni attribuite al sovrano, di conformità ai dettami costituzionali.
Dopo la biografia di Massari, sulla malattia di Vittorio Emanuele del 1869
n H documento, che riportiamo in appendice, è conservato nelTARCHivio STORICO DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI (ASMAE), Rapporti in arrivo: Gran Bretagna, Busta 1358.
3 La lettera, della quale riportiamo in appendice la parte concernente la malattia di Vittorio Emanuele del 1869, è conservata nel MUSEO CENTRALE DEL RISORGIMENTO DI ROMA (MCRR), carte Massari, Busta 814, n. 30 (9).
3> GIUSEPPE MASSARI, La vita e il regno di Vittorio Emanuele II di Savoia, primo re d'Italia, 2 voli., Milano, Treves, 1878. Questa biografia, cui arrise subito un grande successo nel breve giro di un anno e mezzo, ne furono fatte ben tre edizioni fu scritta da Massari rivolgendosi a numerose personalità politiche e militari italiane e straniere per avere dati e particolari della vita di Vittorio Emanuele e traendo dalle informazioni ricevute il materiale su cui basare la biografia. Le lettere di replica dei personaggi interpellati fra i quali vi erano, oltre a Menabrea, Isacco Artom, Francesco Aresc, il maresciallo francese Canrobert, Terenzio Mamiani, Giovanni Lonza e moltissimi altri sono conservate al Museo Centrale del Risorgimento di Roma fra le carte Massari (si veda sull'argomento quanto dice EMILIA MORELLI, / fondi archiviatici del Museo Centrale del Risorgimento. XVIII - Le Carte Massari, in Rassegna storica del Risorgimento, a. XXXIV (1947), pp. 202-203). In appendice abbiamo riportato in nota la pagina dedicata da Massari alla malattia del sovrano, in modo da facilitare il confronto con quanto contenuto nella lettera di Menabrea.