Rassegna storica del Risorgimento

MENABREA DI VAL DORA LUIGI FEDERICO; VITTORIO EMANUELE II RE D'
anno <1978>   pagina <6>
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6 -M Romano Ugolini
giosa, termini che, volutamente o meno, erano sfuggiti sia al Corsi sia al Renai ed erano quasi del tutto ignorati da Menabrea.8)
Il sacerdote Giuseppe Renai, che abbiamo già più volte nominato, era il cappellano che celebrava la Messa nei giorni festivi nella villa reale di San Ros­sore, e la sera del 6 novembre, un sabato, si era recato come dì consueto alla villa per riposarvi e svolgere poi l'indomani le funzioni religiose. Alle due di notte fu svegliato e avvertito di tenersi pronto a prestare i soccorsi religiosi al re, di cui si riteneva prossima la fine. I medici, considerando che Vittorio Emanuele si era in quel momento assopito, consigliarono di rinviare l'ingresso del sacerdote nella camera del re e il Renai ebbe così modo di avvertire della situazione il cappuccino Gabriele da Serravezza, Presidente dell'ospedale di Pisa, e di inviarlo presso il cardinale Corsi, arcivescovo della città, per chiedere istruzioni sul da farsi. Alle nove di mattina del 7 novembre, Giuseppe Renai, che nel frattempo aveva ricevuto le istruzioni richieste, fu ammesso alla pre­senza del re e ascoltò la sua confessione. Al momento di dare l'assoluzione, comunicò al sovrano che essa era subordinata alla firma di una ritrattazione delle azioni compiute ai danni della Chiesa.9>
H racconto del Renai, fino a questo momento estremamente dettagliato, diventa rapido ed elusivo ed è qui che ci soccorre Menabrea, il quale arriva a virgolettare la risposta di Vittorio Emanuele: Io muoio cristiano e cattolico, e se ho commesso qualche fallo ne domando perdono a Dio; ma la ritrattazione che mi chiedete è un atto politico che non ha che fare con la religione; ed io essendo Re Costituzionale, nulla posso firmare di consimile senza il consenso d'un mio Ministro. Nella camera qui vicina vi è il Presidente del mio Consi­glio; indirizzatevi a lui; egli vi dirà ciò che si deve fare .10) Recatosi nella stanza indicatagli dal sovrano, il Renai vi trovò Menabrea, Gualterio e il gene* rale Maurizio Gerbaix de Sonnaz, e ad essi mostrò il biglietto con la ritratta* zione da firmare. La lettura delle condizioni richieste per concedere l'assolu­zione dovette far venire alla mente di Menabrea il ricordo di Pietro di Santa-rosa e l'analogia con quanto chiesto quasi vent'anni prima all'allora ministro del­l'Agricoltura in punto di morte. Il comportamento di Massimo d'Azeglio nella circostanza fu assunto a modello da Menabrea, che rispose (anche qui le virgo-
8) A rendere del tutto completo lo studio sull'operato di Menabrea negli avvenimenti trattati, sarebbe stato interessante basarci anche sulle sue Memorie (LUIGI FEDERICO ME­NABREA, Memorie, a cura di LETTERIO BRIGUGLIO e LUIGI BULFERETTI, Firenze, Giunti, 1971). Purtroppo il manoscritto delle Memorie è stato in parte manomesso e presenta nu­merosi tagli che rendono incompleta la narrazione. In particolare, mancano quattro logli al punto in cui Menabrea presumibilmente avrebbe parlato della malattia di Vittorio Ema­nuele (ifn, p. 193).
9) Relazione Renai cit., pp. 211-213.
W) Cosi nella lettera a Depretis del 16 gennaio 1878 (vedi appendice). Nella lettera a Massari la versione è la seguente: Io sono cristiano e cattolico e muojo tale; se io ho fatto qualche torto a qualcuno me ne pento e ne domando perdono a Dio. Ma la firma che mi chiedete è un atto politico e come Re Costituzionale non posso fare un tale atto senza il concorso di un mio Ministro. Andate nella camera vicina, vi troverete il presidente del Consiglio, egli vi risponderà . E interessante notare le modifiche apportate alle dichiara-adoni di Vittorio Emanuele da Massari al momento di pubblicarle (G. MASSARI, op. cit., voi. II, p. 348). Si possono notare, oltre al tono più solenne e formale, le correzioni costi­tuzionali operate da Massari: come Re Costituzionale diventa nella mia qualità di Sovrano Costituzionale , e a senza il concorso d'un mio Ministro diventa senza il con­corso di uno dei miei ministri responsabili s.