Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA POLITICA 1899-1901; SACCHI ETTORE
anno <1978>   pagina <19>
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Ettore Sacchi nel 1899-1901
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Soprattutto fra i socialisti Sacchi ottenne dei consensi, cosicché già nei primi mesi del 1899 cominciò a cogliere i frutti politici del lavoro svolto dal maggio del '98. Certamente egli non è un rivoluzionario 3> ed è mosso anche da personale ambizione, ma senza dubbio ha la profonda convinzione che soltanto una linea politica di libertà per le organizzazioni del proletariato e di graduali riforme sociali, realizzate da una maggioranza democratica, avente come perno un bene ordinato partito radicale, possa in quel momento giovare all'Italia. 4>
Sul Secolo del 15-16 febbraio 1899 Sacchi pubblicò quindi una lettera dal titolo Una conferma sulla disorganizzazione, anche sul piano parlamentare, dell'Estrema Sinistra, proponendo d* introdurre il sistema del capo elettivo e di designare a tale ufficio l'on. Mussi, così da rendere possibile al gruppo radicale di esercitare un'azione politica più efficace *, e di stringere più forti legami fra tale gruppo e la stampa democratica (Secolo, Tempo, Don Chisciotte, Adige, Adriatico e Caffaro) minacciata dalla maggioranza conservatrice ( Ora tende a consolidare il proprio predominio coll'abolizione di tutte le guarentigie di libertà. Ottenuta codesta abolizione passerà a togliere al popolo il diritto di voto. Quella campagna contro il suffragio che non si potè fare prima perché i giornali si opposero, si farà quando il giornalismo sarà imbavagliato. I colpi
memoria del 1898 , in B.S.C. (BIBLIOTECA STATALE DI CREMONA), Carte Sacchi, ms. 251/55.
Si noti che Lazzari poteva attribuire a Sacchi le resistenze alla sua prima candidatura politica a Cremona nel 1886 e certamente apparteneva alla corrente del massimalismo ope­raista in polemica con quella dei socialisti riformisti di Cremona e di Milano già legati da amicizia con Sacchi.
3) Per dimostrare ciò UMBERTO LEVRA (Il colpo di Stato della borghesia. La crisi di fine secolo in Italia 1896-1900, Milano, Feltrinelli, 1975, pp. 304-305) cita una lettera a Ghisleri del 19 febbraio 1899, in cui Sacchi mostra di temere che la politica di Pelloux possa provocare lo scatenarsi dell'oc istinto della ribellione , ma tutta la sua biografia poli­tica lo rivela contrario ad insurrezioni rivoluzionarie. Ciò non vuol dire affatto, però, come sembra credere Levra, che Sacchi non temesse la reazione in sé , ma soltanto un . eccesso di reazione e solo perché capace di provocare gravi tumulti: il documento non si presta allatto a simile interpretazione,
*) Si veda il discorso parlamentare del 1 marzo 1899, che al Secolo (2-3 marzo) ap­parve <c veramente impressionante ed efficacissimo . Sacchi vi sostiene un suo ordine del giorno contro i disegni di legge che Pelloux ha presentato per inasprire le norme di pub­blica sicurezza e regolare la libertà di stampa, disegni che il deputato di Cremona giudica ce sovversivi del diritto pubblico italiano perché lesivi delle guarentigie statutarie per le <r minoranze dissenzienti . Crede che non il collettivismo, bensì l'aumento della produ­zione sia il mezzo più adatto a pacificare i contrasti sociali, ma ritiene urgente la lotta contro la miseria ad opera di a un partito intermedio fra i due estremi, che si proponga di rappresentare gli interessi delle moltitudini nel tempo stesso che s'affermi partito di go­verno e prenda decisa posizione di battaglia contro l'indirizzo conservatore (À.P., (ATTI PARLAMENTARI) Camera. Discussioni, V marzo 1899, pp. 2463-2472).
La Lombardia del 2 marzo elogiava il discorso soprattutto per la condanna delle teo­rie socialiste, ma LEONIDA BIS SOLATI ( Camminiamo disuniti e colpiamo insieme , in Avanti!, 3 marzo 1899) riconosceva l'utilità di un lavoro distinto, ma complementare, dei tre partiti popolari e anligoveraativi.
3) Va notato però che Sacchi difendeva il diritto di voto degli elettori, ma non era propenso ad una estensione immediata di quel diritto a tutti gli italiani, Cfr. nel Secolo del 24-25 maggio 1899 ( Tocca agli elettori ) l'insistenza di Sacchi, non sulla richiesta del suffragio universale, ma sulla necessità di una più assidua e consapevole partecipazione