Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA POLITICA 1899-1901; SACCHI ETTORE
anno <1978>   pagina <23>
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Ettore Sacchi nel 1899-1901
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quanto di esponenti dell'Estrema, e particolarmente di socialisti, si viene gra­dualmente realizzando, soprattutto nell'estate del 1899, più insistente e allarmata si manifesta la critica di un vivace e acuto esponente del pensiero democratico più rivoluzionario, Gaetano Salvemini, che ritiene l'Italia sempre più matura per una rivoluzione repubblicana e socialista. Tale rivoluzione sarà possibile, a suo giudizio, se non saranno accolti gli allettamenti del radicale Sacchi, che va quindi combattuto con intransigenza per non finire nelle reti che ormai pre­parano zanardeHiani e gioiittiani al fine di assorbire, a vantaggio delle istitu­zioni monarchico-borghesi, ogni slancio rivoluzionario.2,)
mici della unità del paese non ebbero il sopravvento [...] In ultimo richiama l'attenzione del Consiglio sulle presenti condizioni politiche del Paese, accenna ad alcuni ordini del giorno votati dalle Loggie in proposito; non crede possa farsi qualsiasi manifestazione uffi­ciale per evitare il pericolo che la Massoneria, anche apparentemente, venga a schierarsi in questo o quel campo politico; forse, osserva, verrà il momento in cui non sia possibile non affermare il diritto del paese alla conservazione della libertà statutaria ed è d'avviso che, date certe eventualità, la Massoneria possa prendere posizione politica nel senso di affermarsi sostenitrice della libertà e del progresso contro la reazione: la Giunta a tempo opportuno vedrà se e con quali forme l'Ordine debba pronunciarsi: intanto egli è d'avviso che si dovrebbe {ormare, come altra volta consigliò, un'associazione profana collegata col G. 0., la quale, occorrendo, potesse scendere in campo, lasciando la massoneria, come tale, nella sua propria sfera al di fuori e al di sopra di tutte le questioni e agitazioni poli­tiche [...] Il F. Massano chiede se si ritenga che il Decreto legge ed i provvedimenti politici possano costituire qualche pericolo per la Massoneria. Il G. M., annuente il Consiglio, crede che nessuna disposizione di quella legge sia applicabile alla Massoneria, però egli soggiunge che tutto può succedere e torna a raccomandare che l'Ordine, per sottrarsi a qualunque pericolo, esplichi la propria azione per mezzo di società profane. Il F. Rosentbal propone un voto di simpatia per 1*111.*. F. Fortis, che nelle ultime sedute par­lamentari difese con tanta energia le libertà statutarie, H G.*. 0.*. approva ed il G. M, si incarica di partecipare al F. Fortis i sentimenti espressi a suo riguardo dal Consiglio dell'Ordine ). Questi verbali, conservati nell'Archivio del Grande Oriente a Pa­lazzo Giustiniani. Roma, sono citati alle pp. 276-282 della tesi di laurea di TEODORA BOR­DONI, La massoneria italiana nel primo triennio della gran maestranza di Ernesto Nathan (1896-1899) attraverso i verbali delle assemblee massoniche, discussa nelftJniversità di Roma nel 1975.
2I) Salvemini, che in un altro scritto del 1899 (in Critica Sociale del 1 luglio e 1 agosto) vedeva nella corte regia Le origini della reazione, non poteva naturalmente con­dividere l'indirizzo di Sacchi neppure nel polemico saggio su 1 partiti politici milanesi nel secolo XIX, Milano, 1899. Storico appassionato, ma anche cattivo profeta, egli si rivelava nella pagina in cui scrisse: a L'alleanza dei partiti popolari [non] è fatto passeggero [néj si ferma alla lotta contro il ministero Pelloux e il decreto del 22 giugno. Questo può esser vero per ora per l'on. Sacchi, il quale va in giro per l'Italia predicando la fede monarchica e offrendo la mano alla Sinistra Costituzionale e lamentandosi di dover essere alleato dei socialisti; l'on. Sacchi rappresenta molto bene quella parte della borghesia, che, malcontenta dell'oggi, non sa decidersi a guardar risolutamente in faccia il domani. Ma per poco che duri ancora l'attuale oppressione tributaria e politica, l'on. Sacchi o farà il gran salto, che tanto lo atterrisce, o rimarrà solitario, discreditato, sospettato da tutta la parte sana del paese, com'è avvenuto già di Gioii ili e di Zanardelli. L'alleanza fra radicali legalitari da una parte e repubblicani e socialisti dall'altra, lungi dal disciogliersi, andrà sempre più saldandosi a misura che i radicali lasceranno e dovranno lasciarlo l'aggettivo le­galitario*
L'alleanza, che oggi è fra tre partiti, due repubblicano e socialista solidamente uniti, e uno radicale incerto ed esitante, coll'andar del tempo diventerà alleanza fra due soli partiti: repubblicano e socialista. I repubblicani debbono per necessità di cose