Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA POLITICA 1899-1901; SACCHI ETTORE
anno <1978>   pagina <27>
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Ettore Sacchi nel 1899-1901
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classi più povere, Marcora, dichiarandosi contrario al banchetto per Mussi, mostra di avere una concezione ben differente, e sostanzialmente tradizionale, dell'Estrema Sinistra*
Ebbi sempre ed ho per Mussi reverenza ed affetto senza limiti e sarò sempre lieto di ciò attestargli in qualsiasi occasione. Ma non reputo, nel periodo che attraversiamo, oppor­tuna una manifestazione particolare del gruppo radicale della Camera anche sotto la forma da te desiderata.
Così esordisce Marcora, ripetendo a Sacchi i motivi che già gli hanno dettato una risposta negativa al Fazi, che solo quindici giorni prima gli aveva proposto anch'egli un convegno del gruppo radicale a Livorno.
Anzitutto pensa che la battaglia nella quale è impegnata tutta l'Estrema Sinistra è per se stessa programma così determinato e pratico da rendere per ora e per molto tempo accademica e quindi inutile la ricerca di ulteriori obiet­tivi . In secondo luogo ritiene che la cosiddetta Sinistra costituzionale , tranne il breve periodo di Gioiitti , non siasi mai riorganizzata col suo pro­gramma e non siasi riabilitata verso [i radicali] votando almeno una volta e compromettendosi apertamente con qualche affermazione di principio e che perciò ogni orientamento benevolo e ogni anche lontanissima forma di appoggio ad essa da parte dei radicali non procurerebbe a questi niente altro che le antipatie e le diffidenze di quelli coi quali [sono] ora giustamente uniti . Forse aggiunge potrebbe invece esserci giovevole l'iniziativa di un con­vegno di tutta l'Estrema Sinistra e questo su invito di Mussi. E così conclude:
Trattandosi però di semplici opinioni personali, che possono essere errate, mi rimetto al gruppo degli altri colleghi del Comitato, e cioè di te, Basetta, Caldesi e dello stesso Mussi, avvertendoti [...] che, se si accettasse la tua proposta, bisognerà far capo per le occorrenze del caso a De Cristoforis o ad altri, perché io non ho pratica di sorta in simili faccende e sono troppo spesso assente per gite nel mio collegio.
Chiaramente Marcora (che poi, vinta la battaglia per la libertà, cercherà nella riforma tributaria nn nuovo motivo di unione di tutta l'Estrema345) pensa che pur nella nuova situazione, alle soglie del ventesimo secolo, sia ancora pos­sibile ai radicali svolgere la stessa funzione già avuta nell'Ottocento quando un capo carismatico come Cavallotti poteva guidare alla battaglia e alla vittoria le schiere indistinte dell'Estrema. Non ammette che ci si awii verso una democrazia di partiti e non comprende che nn gruppo disorganizzato,35) accanto a moderni par-
33) Nella primitiva più ampia redazione, poi cancellata, come prima ragione era indi­cata la seguente: che la battaglia nella quale ci siamo impegnati cogli altri gruppi è per i suoi fini un programma parlamentare determinato e purtroppo destinato ad assorbire tutta la legislatura presente e forse qualche altra e tale quindi da rendere per il momento superflua e accademica la ricerca di altri obiettivi .
**> Tale unione si può leggere infatti nella minuta di una sua lettera del 19 di­cembre 1900 a Giuseppe (" Peppo ") Botterini ebbe fino a tempi recenti robicttivo co­mune della difesa delle pubbliche libertà: ora la potrebbe avere nella necessità della ri­forma tributaria e io spero l'avrà (M.R.M., Marcora, cari. 34, plico 98).
35) L'Estrema scriverà nella citata lettera al Botterini , come Ella sa, consta di tre gruppi: il socialista, il repubblicano e il radicale. I primi due hanno organizzazione esterna al Parlamento, che preme sulle rispettive rappresentanze parlamentari, e il terzo,