Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA POLITICA 1899-1901; SACCHI ETTORE
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1978
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Ettore Sacchi nel 1899-1901
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del loro programma di riforme, che ora Giolitti e perfino Sonnino tendono ad accogliere, minacciando di svuotare e di rendere superfluo il vecchio partito democratico.
D'altro canto l'atteggiamento di Sacchi non indica, come già si è detto, una volontà di rompere con i partiti affini, ma piuttosto quella di rappresentarne le esigenze ad un livello dal quale quei partiti si autoescludono. Si può forse dire che, come un tempo i radicali intendevano portare in parlamento le esigenze e le proteste di repubblicani e del proletariato operaio e contadino, così ora,, ammettendo la presenza dei partiti socialista e repubblicano largamente rappresentati e autonomamente organizzati alla Camera, Sacchi vuole che ai radicali rimanga, non soltanto la guida di tutta l'Estrema in parlamento, ma anche la rappresentanza di essa in governi che, proprio ad opera dei radicali, divengano sensibili a quelle esigenze di avanzata democratizzazione politica e sociale che i partiti affini e popolari manifestano. Nel pensiero di Sacchi l'accettazione delle istituzioni deve insomma aprire ai radicali la via ad una partecipazione al governo intesa come possibilità per la realizzazione delle auspicate riforme sostanziali .
Indicativo in tal senso è il discorso pronunciato alla Camera da Sacchi il 4 dicembre 1900, quando, svolgendo un'interpellanza su alcuni scioperi agrari,7 egli aveva delineato la politica che avrebbe dovuto essere propria di un vero governo liberale nei confronti delle classi lavoratrici e aveva formulato il diritto di classe 7n come diritto nuovo destinato a prendere posto, nella storia giuridica ed economica, fra il diritto individuale e quello universale.
Il socialismo egli aveva detto è l'effetto di una forza nuova che va svolgendosi costantemente; esso riflette un movimento di classi che reclamano i loro diritti, e di essere
69) Sugli echi favorevoli al Sonnino aggiornato fra radicali e socialisti (a rivelò un cuore da socialista dove si credeva fosse un orco e commosse molti Italiani fino alle lacrime commentò Papafava) cr. G. VOLPE, Italia moderna, voi. II, 1898-1910, Firenze, Sansoni, 1949, p. 34, ove si notano affinità tanto con le posizioni di Sacchi come con quelle di Sonnino negli articoli pubblicati da Giulio Alessio e Maggiorino Ferraris sulla Nuova Antologia dell'autunno 1900. In realtà Alessio (autore dell'articolo Partiti e programmi. A proposito del Quid agendum? , in Nuova Antologia, 16 ottobre 1900, pp. 723-747) è uno zanardelliano che si avvicina alle posizioni di Sacchi. Si proclama umile gregario della parte democratica , ma, secondo Bonorai (ce In chi dobbiamo fidare cit.), si era fino allora a accontentato di formare l'avanguardia della Sinistra liberale . Ora propugna l'utilità di opporre allo schieramento conservatore un fronte democratico, che non può essere pericoloso per le istituzioni dal momento eh'è constituito di partiti che hanno accettato la monarchia. Tale fronte dovrebbe sostenere un governo formato da liberal-democratici e radicali ( Il gruppo legalitario mancherebbe invero al suo fine se non entrasse al governo insieme alle altre frazioni della parte democratica ) perché anche i socialisti non potrebbero che appoggiare un programma di larghe riforme sociali . Vero è che la formula in cui riassume le tendenze dominanti del momento storico ( Rispetto alla Monarchia quale garanzia dalla libertà e dell'unità italiana. Riforme radicali in ogni campo dell'azione legislativa ) non è molto differente da quella di Sonnino.
70) Contro l'intervento delle truppe in occasione dello sciopero di Molinella. Il discorso venne pubblicato dalla Tipografia Sociale di Cremona col titolo: Il diritto di orga-nizzazione dei lavoratori,
"W Si può notare che in una scaletta autografa del 1900 (... Natura umana. Sciopero è diritto. Lavoro è diritto. Come evitare? Diritto nuovo di classe. Estensione organizzazione. Disciplina sindacati. Organizzazione è forza per contratto ...) Sacchi sottolinea una volta le parole natura umana , sciopero , e lavoro , ma due volte: diritto nuovo di classe (B.S.C., Sacchi, n. 249/9).