Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA POLITICA 1899-1901; SACCHI ETTORE
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1978
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Ettore Sacchi nel 1899-1901
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più significativa testimonianza dell'azione concordata in questo senso ira Giolitti e Sacchi è costituita dalla lettera del primo al secondo in data 17 gennaio:
Carissimo amico,
sono tornato ora a Roma e vi resto sino alla apertura della Camera.
Dai giornali vedrai che molti, intrighi politici si ordiscono, ma panni che in questo momento, più che in altro qualsiasi possa avere il sopravvento una corrente francamente liberale. H ministero non si considera come vitale; Saracco lavora a due cose: l'ima di restare più che può; l'altra di preparare la successione a Sonnino. Questa è ora molto difficile, ma il tempo e il lavorio del Ministero sono a favore di lui. Sarebbe bene alla riapertura della Camera aver esaminato bene la situazione e determinato una linea di condotta. Perciò occorrerebbe che tu ti trovassi qui almeno il giorno 23 per vederci, e per sapere che linea di condotta vorrà tenere l'Estrema Sinistra, se viene la quistione dello scioglimento della Camera di lavoro di Genova o altra; in quella quistione di Genova io sostengo che lo scioglimento non doveva farsi.
Ti strìngo cordialmente la mano.76)
Significativa, soprattutto per l'accenno alle classi operaie , dei cui umori il mittente si fa portatore, è anche la risposta di Sacchi, che fra l'altro scrive:
Tutto il giornalismo moderato qui segue il Popolo Romano nel far propaganda per Sonnino; io credo che egli alla Camera prevarrebbe, ma l'ostacolo vero sta nel paese, che vuole politica liberale, ed è in questa fidanza nel paese che vorrei si accentuasse di più la Sinistra. Ormai è penetrata nelle classi operaie la convinzione che un governo liberale debba far capo a te: tieni gran conto di questo. ")
La perfetta consonanza delle posizioni di Giolitti con quelle di Sacchi, particolarmente in ciò che riguarda la libertà sindacale e l'atteggiamento da assumere di fronte all'ascesa delle classi popolari, si rivela chiaramente nella discussione parlamentare sui fatti relativi alla Camera del Lavoro di Genova, che seguì lo scambio di lettere e i colloqui fra i due uomini politici. Il famoso discorso giolittiano78) del 4 febbraio 1901 sembra infatti rieccheggiare, nono-
76) B.S.C, Sacchi, ms. 210/17. GIACINTO CREMONESI la riporta a p. 118 del suo Voci e moniti cit., datandola però erroneamente: 17 giugno.
Indicativa di un diverso, più distaccato e più generico rapporto è invece la lettera che pochi giorni più tardi lo stesso Giolitti avrebbe scritto a Marcora: ce Quivi è gran confusione, e gran quantità di pettegolezzi, ai quali mi tengo completamente estraneo. Panni però che ai vada facendo un po' di ravvicinamento fra le parti liberali, così da potersi sperare che si esca dalla confusione. Fo vanto di marciar per la mia via, disapprovando ciò che non mi piace, senza curarmi di altro. però [...] grave che la Camera dia prova di così assoluta impotenza a fare qualsiasi cosa seria ed efficace. Ma di ciò parleremo alla tua venuta, che mi auguro sollecita (Roma, 21/1/1901, in M.R.M., Marcora., cart. 1, plico 37, fase. Giolitti G. ),
77) E. Sacchi a G. Giolitti. [Cremona], 19 gennaio [1901], in Dalle carte di G. Giolitti eh., voi. I, p. 422.
78) Condividiamo pienamente le afférmazioni di NINO VALERI che, in polemica con Luigi Salvatorelli, negò che durante il suo primo Ministero e in tutto il periodo anteriore al 4 febbraio 1901 Giolitti avesse chiaramente propugnato la piena libertà di organizzazione e di sciopero da parte dei lavoratori (cfr. VIntroduzione a G. GIOLITTI, Discorsi extraparlamentari cit., pp. 22-23 e 27-28 e N. VALERI;, Giovanni Giolitti, Torino, U.T.E.T., 1972, pp. 165-166). Del resto una diretta e attenta lettura dei Discorsi extraparlamentari, di quello pronunciato a Busca il 29 ottobre 1899 o dell'articolo Per un programma liberale di governo del 21 settembre 1900, mostra ohe il problema non era ancora sentito da